Un buco da oltre 50 milioni di euro per gli 876 agriturismi pugliesi stretti fra lo stop nella zone arancione e il crollo del turismo che rischia di compromettere il Natale. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’associazione agrituristica Terranostra, sugli effetti dell’ultimo DPCM in riferimento all’emergenza Covid per un settore importante dell’agroalimentare e per il turismo regionale.

“E’ un colpo durissimo che si aggiunge alla perdita di fatturato registrata a partire dall’8 marzo scorso, da quando è partita l’emergenza ed il lungo lockdown. Il boom di presenze di turisti italiani negli agriturismi ad agosto non ha certamente compensato le perdite subite dagli agriturismi in Puglia nel 2020. A fronte dei 4,2 milioni di arrivi di turisti nel 2019 e 1,2 milioni di arrivi dall’estero, è evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni”, denuncia Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia.

Rilevante – Coldiretti Puglia – è l’impatto dal punto di vista economico ed occupazionale sul sistema agrituristico regionale con la perdita di quasi 5mila posti di lavoro.  Intanto, è importante aver chiarito che è possibile negli agriturismi offrire pasti ai clienti che vi alloggiano anche nelle zone rosse e arancioni dove la ristorazione è vietata. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la faq del Governo che chiarisce i contenuti del DPCM consentendo senza limiti di orario la ristorazione solo all’interno della struttura ricettiva in cui si è alloggiati. A far scegliere l’agriturismo infatti molto spesso – sottolinea la Coldiretti – l’opportunità di conciliare la buona tavola insieme alla possibilità di trascorrere il tempo libero all’aria aperta. Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – sottolinea Coldiretti Puglia – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. In questo contesto – insiste Coldiretti Puglia – è importante la possibilità di beneficiare dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura ma anche la possibilità di ottenere il contributo a fondo perduto con l’impegno di superare tutte le difficoltà ammnistrative.

In Puglia è consentita la sola consegna a domicilio – continua Coldiretti Puglia – nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. Limitazioni permangono però anche sulla parte del territorio nazionale fuori dalle due fasce più critiche dove – evidenzia la Coldiretti – le attività di ristorazione sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità sempre della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto. La gran parte delle aziende, che si trovano lontano dai centri urbani, la pausa pranzo – precisa Coldiretti Puglia – non è sufficiente per garantire la copertura dei costi e quindi si preferisce chiudere.

Una situazione di crisi – evidenzia Coldiretti Puglia – che rischia di essere aggravata dalle lentezze della burocrazia per l’arrivo degli aiuti alle aziende. Servono quindi ristori immediati per non far chiudere per sempre attività che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico.

Gli agriturismi – conclude Coldiretti Puglia – spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.