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Scuola e protocollo sanitario, le considerazioni del Comitato genitori andriesi

La lettera aperta rivolta al Presidente Michele Emiliano

«Gentile Presidente Michele Emiliano assessori, consiglieri, tutti, siamo genitori che esprimono le proprie considerazioni in merito al protocollo sanitario vigente per il contenimento del covid 19. Apprendiamo con molto rammarico che un solo sintomo riconducibile al covid 19 fa scattare la richiesta di tampone per un bambino. Sappiamo tutti che in età pediatrica il raffreddore, la congestiona nasale, la congiuntivite, la dissenteria, l’influenza e la febbre sono sintomatologie molto comuni specialmente se i bambini frequentano l’asilo. L’aggravante è che molti pediatri si rifiutano di visitare i bambini e riducono la reale e necessaria visita medica ad un triage telefonico per attivare la Asl, con conseguenti richieste di tamponi che si rivelano inutili per un semplice raffreddore o un colpo di tosse». E’ quanto si legge in una lettera aperta del comitato genitori andriesi rivolta al Presidente Michele Emiliano, con le veci del presidente Ornella Rodriquez.

«Assistiamo ad una forma di trattamento sanitario che sta diventando obbligatorio perché la scuola non accetta il rientro del bambino senza il certificato del pediatra, che rilascia, solo a seguito del risultato negativo del tampone. Costituisce in aggiunta, una ulteriore aggravante, il lungo tempo di attesa per l’esito del tampone: esso costringe i genitori ad assentarsi da lavoro per settimane, i bambini ad un forzato isolamento sociale dal contesto scolastico, la perdita delle lezioni e la difficoltà per il personale docente per il recupero dei contenuti dei propri allievi. Le stesse settimane inoltre,  diventeranno mesi in vista della stagione invernale.

Il risultato sarà, nei casi meno gravi, la riduzione dello stipendio per noi genitori costretti a restare a casa con i nostri figli, nei casi più gravi, la perdita del proprio impiego.
Aggiungiamo inoltre che,  visto e considerato che la madre è la principale figura di riferimento nell’accudimento e nella  crescita del bambino soprattutto in tenera età, saranno le madri e le donne  lavoratrici a pagare con pesanti perdite economiche e professionali. E per le mamme che non lavorano saranno costretti i papà anche a rimanere a casa, in questo caso unica e sola fonte di entrata economica per queste famiglie.
Il protocollo sanitario vigente non è compatibile con  i ruoli sociali che noi i ricopriamo né preserva  l’integrità psicologica e la serenità del bambino.

E’ molto serio  ammettere che il tampone nasale e orofaringeo sottopone il bambino al rischio di  lesioni alla mucosa nasale, orale e faringea. Il protocollo vigente per di più mette in difficoltà insegnanti e dirigenti scolastici che ai primi colpi di tosse, costretti o presi da naturale paura, allarmeranno le famiglie, che a loro volta si rivolgeranno ai pediatri per ripartire dal punto zero.

Riconosciamo dunque che effettuare un tampone ripetutamente nell’arco dell’anno e per ogni raffreddore, sarà ancor più grave perché comporterà un danno irreparabile alla sfera psicologica dei bambini. Essi assoceranno  la paura e il dolore all’ambito scolastico e agli insegnanti. I danni psicologici per i bambini e i ragazzi della futura generazione sono inquantificabili. Desideriamo che la scuola resti  luogo di crescita, di armonia, di sviluppo sociale e psicologico.

Chiediamo dunque che il contatto con il pediatra o il medico non si riduca ad un insufficiente triage telefonico per una automatica attivazione della Asl al fine di non sottoporli a tamponi inutili. Chiediamo, che i pediatri non si rifiutino  di visitare i bambini in presenza di uno o più sintomi compatibili con il contagio da covid 19. Chiediamo, che si trovino mezzi alternativi ma altrettanto efficaci ma soprattutto meno invasivi per ottenere risultati in tempi altrettanto rapidi. Chiediamo, che il benessere psicologico dei nostri figli venga messo al primo posto e vengano rispettati e tutelati nella loro integrità.
Chiediamo che i protocolli e le regole siano uguali in tutte le regioni e in tutte le scuole perché i bambini sono tutti uguali.

Concludiamo fiduciosi che possiate accogliere le nostre richieste nell’interesse dei bambini e della intera comunità. Ci attendiamo come cittadini e genitori italiani di essere ascoltati e lo chiederemo fino a quando non riceveremo una risposta e i nostri figli saranno trattati con rispetto».

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