Ci è giunta in redazione una lettera aperta di un genitore in vista della riapertura delle scuole in un periodo complicato e segnato dall’emergenza sanitaria ancora in corso. Queste le sue preoccupazioni, in parte condivise con altri genitori.

«Tutti comprendiamo che ci troviamo di fronte ad una situazione inedita e gravissima, che tantissimi ed enormi sono stati gli sforzi del nostro Governo nel particolare momento storico e nella particolare situazione economica in cui sta operando, che in così poco tempo certamente non si possono edificare nuove scuole e creare nuovi spazi al di là del discorso fondi. Comprendiamo, noi genitori in particolar modo, quanto le scuole siano basilari per la formazione e la crescita dei nostri bambini e ragazzi. Ciò che non riusciamo a comprendere è come si possa riaprire le scuole del nostro territorio “in sicurezza” quando molte delle misure prescritte non siano adottabili a livello pratico, almeno qui da noi. La situazione attuale delle nostre scuole, delle scuole della Bat è la seguente: la stragrande maggioranza di esse sono strutture vetuste, hanno problemi strutturali atavici come la dimensione delle aule che non potrà mai permettere il giusto e dovuto distanziamento sociale, al momento, una delle poche armi efficaci contro il virus SARS-COV2. Alcune scuole sono sprovviste di scale antincendio; non sono strutture adeguate, non hanno spazi adeguati, non hanno bagni adeguati. Non dimentichiamo che, ormai, siamo noi genitori a fornire la carta igienica, il sapone o la carta per le fotocopie e questo non è certo una colpa dei nostri dirigenti scolastici. Ad Andria, i libri per le scuole primarie arriveranno probabilmente in ritardo, anche quest’anno (e anche questo non è certo colpa dei dirigenti scolastici. In tutte c’è carenza di personale, mancano addirittura di insegnanti di sostegno per bambini e
ragazzi che ne necessitano. Questa l’attuale situazione delle nostre scuole. Dentro un quadro simile, come si può pensare che saremo in grado di rispettare le prescrizioni? Come si può scaricare tutte queste responsabilità in capo ai dirigenti e, soprattutto, in capo ai docenti i quali avrebbero, tra l’altro, il compito di vigilare che ognuno dei propri alunni rispetti ogni singola regola in ogni momento? Come potrebbe vigilare un docente su ogni singolo alunno che abbia necessità di andare in bagno se non c’è altro personale che abbia questo compito? Dovrebbe forse lasciare scoperta l’intera classe per seguirne uno solo? E ancora, come si può garantire il diritto all’inclusione dei bambini con problematiche tali da non permettergli di tenere la mascherina o che magari corrono per le piccole aule perché affetti da disturbi che impediscono loro di rimanere fermi al proprio posto? Si tratta di una situazione ingestibile, almeno per le caratteristiche delle nostre strutture e per la
dotazione di personale al momento a disposizione. Abbiamo tutti vissuto la didattica a distanza e, sì, magari per alcuni è stata dura (almeno all’inizio), ma siamo stati tutti messi in condizione di lavorare nel miglior modo possibile. Le nostre istituzioni scolastiche, dirigenti e docenti tutti, hanno davvero messo in campo tutti gli sforzi necessari, hanno lavorato alacremente affinché i nostri ragazzi non rimanessero indietro, molte in maniera eccellente. Come possiamo pensare di mettere a repentaglio la salute dei nostri figli, la nostra e inevitabilmente quella dei più deboli se abbiamo un sistema sanitario che nella Bat, oggi più che mai, non è in grado di garantire, in tempi ragionevoli, una miriade di esami diagnostici urgenti come tac, risonanze, biopsie (e questi sono solo pochi esempi!) persino per i nostri malati oncologici? Come possiamo rischiare di mettere in quarantena i ragazzi, le loro famiglie, i loro contatti nel caso di un singolo contagio in classe o nella scuola? A completare il quadro c’è la preoccupazione per ciò che potrà accadere nei prossimi giorni. Siamo anche nel bel mezzo delle campagne/battaglie elettorali dei nostri 5 candidati alla carica di sindaco che, inevitabilmente, hanno creato motivo di scellerati assembramenti. Le elezioni in questo momento? Non ci volevano di certo! Che si punti all’immunità di gregge? Beh nella nostra situazione sarebbe quantomeno da sprovveduti per usare un eufemismo. Di fronte a tutto questo, in un territorio che non dispone di un sistema tale da garantire il distanziamento sociale nelle scuole e fuori, che non è in grado di garantire efficacemente il diritto alla salute, non possiamo essere d’accordo con una scelta diversa dalla didattica a distanza!».