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Regionali 2020, Zinni: «La Puglia che speriamo non può essere costruita stando al balcone»

La nota del candidato al consiglio regionale

«Ho letto con attenzione e rispetto la lettera della Conferenza Episcopale Pugliese in vista delle prossime elezioni regionali e ho avvertito subito un moto di gratitudine insieme a un forte richiamo alla personale responsabilità mia e di ciascuno di noi: elettori e candidati, elettori e futuri eletti». Interviene così, in una nota, il candidato al consiglio regionale Sabino Zinni.

«È proprio vero: la Puglia che speriamo non può essere costruita stando al balcone, ma solo con un forte impegno, di tutti e di ciascuno, per la realizzazione del bene comune. Quest’anno così tremendo, ma che ha anche risvegliato un comune e profondo senso di solidarietà, ci ha ricordato in modo inequivocabile che non siamo invulnerabili, che tutti abbiamo bisogno di aiuto reciproco, che nessuno si salva da solo, che nessun luogo è lontano: credo davvero sia una lezione da non dimenticare e un motivo in più per riflettere attentamente, prima di esercitare in modo responsabile il diritto/dovere di voto.

Lungi da me l’idea di aggiungere una parola in più a quanto l’illuminante magistero dei vescovi pugliesi ci indica, con particolare riferimento alle questioni cruciali: dal lavoro, specie per quanto concerne quello giovanile e il contrasto alla piaga del caporalato, alla questione ambientale e alla tutela del creato, ad una seria politica del turismo, al delicatissimo e sensibile tema della sanità pubblica, alla lotta alla criminalità organizzata, che vede in prima linea le Forze dell’Ordine e la Magistratura, le quali tuttavia non possono e non devono essere lasciate da sole.

In totale umiltà e nella piena consapevolezza dei miei limiti e dei limiti dell’azione di chi governa, ritengo che in questi anni non poco sia stato messo in campo, ma di certo ancora non basta: di certo, ancora tanto resta da fare. Per questo chiediamo forza agli elettori, per questo li invitiamo a esercitare consapevolmente la loro scelta: perché non è più temo di “balconear”, è tempo di stare da una parte senza essere di parte.

Per quel che mi compete, ci tengo a ribadirlo, è con gratitudine che accolgo lo sprone dei vescovi a che le istituzioni regionali non dimentichino mai il kantiano dovere di operare per superare il disagio sociale e costruire il bene comune».

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