«Dopo la sospensione delle attività ordinarie durante il coronavirus, si dovrebbe ripartire dalle operazioni di intervento nei nostri ospedali di Andria e Barletta e nei Pta presenti nella Bat. Diciamo pure che la situazione emergenziale si è molto ridimensionata in tutta la Provincia Bat, e superato il pericolo, cosi sembra, bisogna ora pensare a riprogrammare gli interventi in regime ordinario, da quelli chirurgici alle liste di attesa, alla mobilità sanitaria. Insomma un’attività di assistenza e cioè la possibilità di essere curati vicino casa». Così il segretario generale dello Spi Cgil Bat, Felice Pelagio in merito alla ripresa delle attività sanitarie nel territorio interrotte (a parte le urgenze) dall’inizio del lockdown.

«Tutto questo comporta però una riprogrammazione che ha bisogno di una indifferibile priorità quella cioè di mantenere rigorose procedure di sicurezza, così come normate dal Ministero della Salute, per il personale sanitario che dovrebbe essere sottoposto all’impiego del tampone e al test di laboratorio, ma anche per i pazienti cosiddetti sintomatici, allargando la fascia della popolazione ai pazienti anziani, non autosufficienti e indigenti, in condizione di salute precaria, essendo persone a più alto rischio nelle strutture sanitarie. Tutto questo è indispensabile per evitare il rischio di un’eventuale ricomparsa di altri focolai nel prossimo autunno, perché allentare sull’utilità dei tamponi, significa derogare la sicurezza, unica vera arma nel ridurre il rischio, attrezzando gli operatori, i pazienti e gli ospiti dei dispositivi di protezione individuale, tutte misure idonee per allontanare i sacrifici degli operatori e delle famiglie che si sono caricate della gestione e della salute del proprio anziano non autosufficiente e che hanno dovuto affrontare serie difficoltà per diverse settimane. Una fase certamente inedita, questa, causa del blocco degli interventi chirurgici non urgenti, che ha avuto naturalmente un impatto significativo anche sulle liste di attesa, determinando l’acuirsi delle stesse liste in quanto diversi pensionati, anziani e famiglie sono stati costretti, a fronte di precedenti prenotazioni, a vedersi annullare o posticipare le date, allungando i tempi delle visite mediche», spiega Pelagio.

«È opportuno, anzi inderogabile, riprendere l’attività di assistenza per dare compiutezza al sistema sanità, a partire dall’attività socio-sanitaria e socio-assistenziale e nei servizi territoriali rafforzando la domiciliarità, con un diverso approccio, vista l’esperienza vissuta dai tanti operatori e pazienti anziani assistiti da quelle strutture (RSA RSSA e Case di Riposo) dove forte è stato l’impatto del virus e inevitabili le conseguenze e i diversi decessi avvenuti tra gli anziani. In questa fase, non ancora del tutto definita. l’impegno di tutti è bloccare e contenere il Covid-19 ritenendo indispensabile la ricerca della collaborazione e condivisione con le Istituzioni più ampia possibile per il bene di tutta la comunità. A questo punto mi corre l’obbligo di sottolineare il grande lavoro e i sacrifici che hanno affrontato i nostri eroi», conclude il segretario generale dello Spi.