Al grido d’aiuto lanciato dalla categoria di estetisti e parrucchieri, l’avv. Laura Di Pilato ha risposto mettendo in contatto alcuni rappresentanti delle categorie martoriate dall’emergenza covis-19 con il presidente della regione Puglia Michele Emiliano.

«È indispensabile far riaprire le attività prima del 3 giugno oppure migliaia di operatori del settore e le rispettive famiglie finiranno sul lastrico. La proroga di sospensione delle suddette attività fino agli inizi di giugno è ingiustificata. Troppe le tasse da pagare e le spese da supportare in termini di canoni di locazione, costi di gestione e personale – ha detto Laura Di Pilato -. Un governo attento alle esigenze di tutti non può escludere queste categorie che tra l’altro possono lavorare rispettando norme igienico-sanitarie stringenti e adeguandosi alle nuove disposizioni. Il lavoro alla luce del sole eviterebbe l’increscioso e prolifero, purtroppo, lavoro nero che in queste settimane sta prendendo il sopravvento in barba alle norme igienico sanitarie e alle regole imposte dal DPCM.

In questi giorni alcuni referenti delle categorie hanno depositato presso la prefettura un vademecum con i comportamenti da seguire per lavorare in sicurezza. Ora questo programma verrà sottoposto al Presidente Emiliano e al prof. Lopalco (chiamato a coordinare la task force dell’emergenza epidemiologica in Puglia). Lunedì si terrà una nuova riunione in videoconferenza (Ringrazio Monica Schiraldi, Francesco Palumbo e Graziano Scamarcio promotori assieme a me della iniziativa finalizzata a risolvere nel miglior dei modi questa incresciosa situazione di stand by), intanto che il prof. Lopalco potrà recarsi presso un centro estetico e un salone di parrucchieri per toccare con mano i vari passaggi interni alle attività e mettere a punto criticità e soluzioni pratiche.

Intanto, dalla prima videoconferenza tenutasi nella giornata di ieri è emerso che se si possono aprire i centri di riabilitazione, si possono aprire anche queste due categorie. I 600 euro offerti ai titolari di partite iva sono una goccia nell’oceano delle difficoltà che non riguardano solo centri estetici e parrucchieri ma penso anche ai titolari di negozi d’abbigliamento che con le aperture posticipate al 18 maggio si troveranno inevitabilmente a ridosso della stagione dei saldi estivi che decreterà un mancato guadagno, tasse e fornitori da pagare. Ci stanno abituando a comprendere che dobbiamo imparare a convivere con il virus, a maggior ragione ribadisco che non è chiudendo le attività che impareremo una pacifica e corretta convivenza con il mostro invisibile».