Vecchi problemi in una nuova modalità. Il servizio di trasporto pubblico nella città di Andria vive ancora una fase di incertezza con il contratto di gestione affidata all’ASA ormai in scadenza. A queste incertezze si aggiunge una impossibilità di garantire un servizio adeguato alla cittadinanza a causa delle restrizioni che l’emegenza coronavirus ha portato con sé.
L’azienda, è corretto precisarlo, ha adottato tutte le opportune precauzioni in particolare sui suoi 24 addetti: i dispositivi di protezione non mancano agli autisti sin dalle prime battute dell’emergenza. Per gli utenti le disposizioni impongono di non consentire più il viaggio in piedi e di permettere l’accesso al mezzo ad un numero limitato nel rispetto delle distanze personali da mantenere in ossequio alle disposizioni anticoronavirus. I mezzi più piccoli, quelli bianchi per intendesi, hanno una capienza massima di sei persone, sette quelli più grandi, solitamente di colore arancione. Tutto giusto e corretto se non fosse che ad essere tagliato è stato il numero delle corse.
La logica conseguenza alla necessità di ridurre i passeggeri sarebbe quella di prevedere un aumento del numero di corse. Gli autisti sono infatti costretti a lasciare a terra diversi passeggeri ad ogni fermata e l’attesa per quella successiva è davvero lunga in questo momento. In tal senso nessun provvedimento è stato ancora adottato dalla amministrazione commissariale del comune di Andria neanche in vista della cosiddetta fase 2 che si aprirà il 4 maggio.
Eppure, lo sottolinea anche la candidata sindaco Laura Di Pilato, l’apertura del cimitero all’utenza, pur sempre con il contingentamento degli ingressi, impone di offrire da subito una soluzione di trasporto fino al campo santo. E non solo. Una particolare attenzione, indica la di pilato, andrebbe riservata ai residenti del quartiere san valentino, particolarmente distante dal centro della città, al momento ulteriormente trascurata.
Il servizio.