“Sapete quanto guadagna un calciatore di serie D?”, la risposta la fornisce Loris Palazzo, capitano della Fidelis Andria, in un messaggio postato su Facebook e presto circolato su centinaia di bacheche virtuali a suon di like e condivisioni. I toni sono forti, tanto che la risposta è da censura e può essere tradotta con “molto” poco”. Ma, aggiunge Palazzo, “secondo loro noi lo facciamo per gioco!”.

La polemica è di estrema attualità e si lega alla quasi certa sospensione definitiva della stagione 2019/2020 per il campionato di Serie D e per quelli che lo seguono in elenco. Una scelta che avrà incidenza sulle classifiche, con la Lega Nazionale Dilettanti intenta a trovare una formula per stilare graduatorie che possa accontentare tutti o perlomeno suscitare il minor numero possibile di critiche ed esposti, ma che mostrerà anche un altro, ben più drammatico, risvolto della medaglia, quello economico. Una partita che Palazzo, 11 reti tra campionato e coppa con la divisa della Fidelis nell’annata interrotta lo scorso 1 marzo a causa dell’emergenza coronavirus, mette in evidenza: “Abbiamo delle famiglie, un mutuo, delle spese fisse e impegni verso terzi – scrive l’esperto attaccante, un decennio sui campo di D ed Eccellenza e una parentesi in C a Monza – siamo dei lavoratori come tanti altri e secondo “qualcuno seduto alla poltrona”, possiamo stare senza stipendio se non dovesse esserci prestazione!”.

Il rischio paventato da Palazzo è che l’ultimo stipendio percepito da lui e migliaia di colleghi che militano nelle categorie dilettantistiche resti quello di febbraio. “Se tutto va bene il prossimo lo percepiremo a settembre. Ci hanno detto che non percepiremo lo stipendio di marzo aprile e maggio se il campionato non dovesse riprendere”. In realtà, più che di stipendio, come da norme federali, sarebbe più corretto parlare di rimborso spese quando si parla di tesserati del mondo dilettantistico. L’eco dell’allarme lanciato da Palazzo, però, risuona comunque potente: “Se questo è il calcio dilettantistico italiano – spiega il centravanti della Fidelis – è ora di alzare la voce!”. Un urlo di dolore, che attende risposte dalle stanze dei bottoni della LND.