Erano le 16.10 del 25 marzo del 2016 quando un lieve rigonfiamento fu notato e certificato dalla commissione nominata per valutare quello che sarebbe dovuto esser l’ultimo prodigio della Sacra Spina conservata nella Cattedrale di Andria prima di una lunga pausa sino al 2157. Un momento storico che, tuttavia, ha trovato una replica dopo quattro anni e cioè in questi giorni con alcune variazioni cromatiche della sacra reliquia che hanno subito messo in moto la commissione di esperti pronti a certificare un nuovo prodigio decisamente straordinario. La straordinarietà sta nel fatto che la Sacra Spina non ha mai compiuto, nel periodo pasquale, un prodigio al di fuori degli anni in cui il giorno dell’annunciazione coincide con il Venerdì Santo. In realtà una sola volta è accaduto, dai documenti ufficiali, ma in un altro periodo dell’anno e soprattutto a seguito di una circostanza ben specifica e cioè il ritrovamento della reliquia: nel 1799, infatti, ci fu quella che divenne la “zuffa di Andria” in cui la città, assediata dai francesi guidati dal generale Broussier, restarono fedeli ai Borboni strenuamente. Alla fine si contarono più di mille vittime tra andriesi e francesi e nei saccheggi che seguirono i combattimenti furono rubati moltissimi oggetti preziosi tra cui la Sacra Spina di cui non si ebbe più notizia sino al 1837. Dopo 38 anni, Mons. Cosenza Vescovo di Andria, riuscì a recuperare la preziosa reliquia presso un malato ed anziano cameriere residente a Venosa, il quale aveva ricevuto il dono per il suo servizio reso in tanti anni, dal Vescovo della Città forse ignaro del tesoro posseduto. La Sacra Spina fu riposta, tra la folla festante, nella Cattedrale di Andria il 24 ottobre 1837 e circa una settimana dopo manifestò il suo prodigio in un periodo straordinario. Il miracolo durò per ben trenta giorni, dal primo novembre al secondo giorno di dicembre.
La Sacra Spina, appartenuta alla corona che fu posta sul capo di Gesù di Nazareth, ha manifestato quattordici volte il prodigio a partire dal 1633, la prima data in cui un atto notarile attesta il reale avvenimento del fenomeno. Purtroppo dal 1308, quando la sacra reliquia fu donata al Capitolo di Andria, al 1633, data del primo miracolo di cui sono stati recuperati atti ufficiali, non è stato possibile risalire a quante altre volte il fenomeno si sia manifestato. La corona di spine è stata negli anni divisa e dispersa in tutto il mondo, da Costantinopoli alla Francia, ma poche sono le reliquie esistenti di cui è possibile, con certezza, affermare l’originale provenienza. Quella conservata nel Capitolo di Andria ha una storia molto travagliata, ma notevoli storici e canonici, come Mons. Merra, Vescovo di San Severo nei primi del ‘900, ne hanno attestato la reale autenticità con studi dettagliati e precisi. Le rilevazioni storiche riportano la Sacra Spina donata ad Andria nel 1308 da Beatrice d’Angiò, figlia del re di Sicilia Carlo II, come ricompensa ai cittadini andriesi per la coriacea fedeltà dimostrata al sovrano. Di particolare interesse la rivisitazione dei vari prodigi della Sacra Spina, conservata in un ostensorio originariamente ricco e finemente lavorato; nei secoli la reliquia ha riacceso la smarrita adorazione popolare, con il miracolo coinciso sempre con particolari situazioni riguardanti la città ed il comprensorio.
Due volte nel 1600 con i primi scritti ad attestarne il prodigio con una partecipazione di fede e preghiera senza eguali sino al ‘700, un secolo nel quale il miracolo si ripetee per ben cinque volte sino al furto di fine secolo. Già raccontato dell’evento straordinario del 1837, il prodigio tornò a ripetersi nel 1842, quando però sulle macchioline di sangue sbocciarono dei piccoli fiorellini di colore argenteo. Nel 1853 e nel 1864 ci furono altri due prodigi della Sacra Spina. Altre tre volte è accaduto ad inizio ‘900 sino al 2005 quando la reliquia assunse una conformazione ricca di peluria e con una gocciolina di sangue che tentò di fuoriuscire prima di rientrare all’estremità. Un prodigio diverso dal solito che, nel ricordo del 1932, ultima volta in cui la sacra reliquia aveva compiuto il miracolo, era ormai affidato a pochi superstiti di quel periodo.
Una lunga storia che aggiunge probabilmente un tassello importantissimo in un momento così drammatico come quello che sta attraversando l’intera umanità.