Home Attualità Confcommercio, sicurezza ed ordine pubblico: autentica premessa per uno sviluppo civile

Confcommercio, sicurezza ed ordine pubblico: autentica premessa per uno sviluppo civile

Scarcelli: «Una priorità soprattutto per le categorie produttive»

Credo sia doveroso intervenire sulla questione riguardante la sicurezza e l’ordine pubblico in città, sia perché abbiamo superato un periodo importante per il commercio cittadino quale quello delle festività natalizie, sia perché ci accingiamo ad importanti appuntamenti elettorali. Mi riferisco alle votazioni per il rinnovo del governo regionale e di quello cittadino.

Sgombrando il campo da facili strumentalizzazioni, credo che sia compito di ogni buon amministratore pubblico, ascoltare le necessità che provengono dalla società civile e con essa dalle categorie produttive. In qualità di dirigente sindacale di Confcommercio, nella fattispecie della FIVA che si occupa del commercio ambulante, sentiamo forse più di altri concittadini, in quanto categorie produttive, questo palpabile senso di insicurezza nel nostro territorio. Se solo oggi arriviamo (così speriamo!!!), alle battute conclusive per la realizzazione della Questura della Bat, lo facciamo dopo circa un decennio dall’avvio dei suoi lavori. Un termine troppo lungo per vedere realizzato un presidio del territorio così fondamentale.

Credo sia giunto il momento di capire, una volta per tutte, che assicurare controlli sul territorio significa dare serenità all’economia, al mondo del lavoro, agli sviluppi necessari che ogni azienda ha il diritto di avere da uno stato di diritto, in quanto solo così può porre in essere strategie di sviluppo e consolidamento aziendale.

In questi anni non sono state programmate politiche di sicurezza del territorio perché è mancata una visione strategica: una città co-capoluogo di provincia che non dà sedi pubbliche ad istituzioni preposte alla sicurezza ed all’ordine pubblico non ha una visione d’insieme per rendere un territorio competitivo e dotato di appeal: chi investirebbe in un luogo dove rapine e furti sono all’ordine del giorno?

Compagnia Carabinieri sotto sfratto, Forestali in cerca di una sede più funzionale, Finanza in attesa che si liberi un immobile comunale (??, se mai avverrà), sono questioni che vanno affrontate in maniera complessiva, in una visione globale, non singolarmente. Come è doveroso trovare la maniera di acquisire come bene pubblico un teatro in disuso qual è l’Astra, credo che possa essere anche una priorità trovare fondi e interessamenti per far acquisire al patrimonio pubblico beni privati o pubblici non utilizzati: ben venga quindi l’ipotesi dell’ex collegio dei Padri Dehoniani di Barbadangelo, chiuso da tempo, ma pensiamo anche al carcere mandamentale di Santa Maria Vetere, diventato un rudere e che potrebbe invece essere recuperato attraverso finanziamenti europei per trasformarlo in caserma. Ma altri immobili sono presenti in città: attraverso procedure pubbliche e trasparenti è possibile acquisirli, anche in proprietà: fondi europei per la sicurezza sono a disposizione, basta intercettarli e saperli spendere.

Ecco, credo che la capacità politica dei prossimi amministratori pubblici dovrà misurarsi su questi temi, su queste problematiche per troppo tempo trascurate. Per una città sull’orlo del dissesto pensare a queste vicende credo sia doveroso e prioritario. Ognuno, quindi, misuri le proprie capacità prima di candidarsi alla guida della Regione e della Città. Di altri fallimenti Andria non ha più bisogno.

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