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Al Taranto basta D’Agostino per vincere ad Andria in un “Degli Ulivi” silenzioso

La Fidelis non cambia marcia e rimedia ancora un ko interno: ora è terzultima piazza in classifica

Il vuoto della curva nord per la protesta dei tifosi andriesi, il vuoto per l’assenza di un tifoso speciale, il vuoto di risultati che non accenna a fermarsi. Il Taranto vince con il minimo sforzo il derby dell’ultima d’andata al “Degli Ulivi” e batte una Fidelis, ancora cantiere aperto, ed in cui Favarin avrà tantissimo ancora da lavorare. Agli jonici basta un gol contestatissimo di D’Agostino nella prima frazione di gioco per portare a casa tre punti essenziali per provare a rincorrere ancora la zona play-off. Gara bloccata e piuttosto asettica per tutti i 90 minuti di gioco, la posta in palio molto alta blocca gambe e gioco per entrambe. A prendere le redini del gioco è però il Taranto con la Fidelis a provarci di rimessa. Favarin chiede gli straordinari a Yeboah e Palazzo in avanti, mentre Iannini prova ad illuminare la manovra con il suo marchio di fabbrica e cioè i lanci in profondità. Esordio dal primo minuto per l’ultimo arrivato D’Orsi in difesa. Ma il primo vero pericolo arriva quando sta per nascere il nono minuto di gioco ed è di marca tarantina. Genchi, in sospetta posizione di fuorigioco, raccoglie un filtrante e si ritrova tutto solo davanti a Segantini che è bravissimo a salvare tutto con una mano. L’azione prosegue e prima D’Agostino e poi lo stesso Genchi vengono murati dalla difesa andriese.

La gara non decolla anche se Guaita, nel trio alle spalle di Genchi nel 4-2-3-1 di Panarelli, cerca più volte la giocata giusta. Giocata che arriva al 24’ quando dopo un fallo non ravvisato su Yeboah con il calciatore ancora a terra, il Taranto parte in contropiede e lo stesso Guaita serve D’Agostino abile a calciare in porta a Segantini battuto. E’ vantaggio ospite tra le vibranti proteste andriesi per un’azione iniziata probabilmente con un fallo e proseguita dal Taranto nonostante l’uomo a terra. La reazione andriese è però immediata ed arriva con Montemurro che si libera bene e calcia in porta di poco alto. Poi tante proteste nei riguardi del direttore di gara, diverse ammonizioni in casa Fidelis e la punizione pericolosissima di Palazzo che Iannini intercetta ma mette a lato di un soffio. Nella ripresa le operazioni di gioco passano in mano alla squadra biancazzurra. Ma il pallone scotta molto e la manovra ne risente anche se soprattutto dai piedi di Petruccelli partono diverse giocate interessanti in cui manca però l’ultima finalizzazione. Ed allora il Taranto ci riprova in contropiede prima con Oggiano, il suo tiro e facile preda di Segantini, poi con Guaita il cui tiro, molto più pericoloso, trova la pronta respinta dell’estremo difensore andriese. Favarin prova a dare vitalità all’attacco con l’inserimento di Tedesco, si copre Panarelli con Matute. Il calcio di punizione di Palazzo è altissimo, mentre allo scadere è il tiro strozzato di Tedesco a sporcare i guantoni di Sposito. I nuovi fischi, le contestazioni ed un 2019 che per la Fidelis si può dire sia finalmente finito. La squadra biancazzurra sprofonda in terzultima piazza in classifica anche se resta a soli tre punti dalla salvezza diretta in una classifica molto corta dove invece il Taranto si ritrova ad un passo dalla zona play-off.

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