La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcune parti civili contro il provvedimento di ricusazione dell’intero collegio del processo per l’incidente ferroviario del 12 luglio 2016 tra Andria e Corato, in corso dall’11 aprile davanti al Tribunale di Trani. Dunque, il processo proseguirà con il collegio nominato a luglio. La Corte d’Appello barese, dopo il ricorso dei legali di Ferrotramviaria (società imputata per la responsabilità amministrativa), nel giugno scorso aveva ricusato il primo collegio incaricato del processo (era presieduto da Giulia Pavese) e disposto la nomina di uno ex novo da parte del presidente del Tribunale di Trani, Antonio De Luce.

Il nuovo collegio, insediatosi all’udienza del 4 luglio scorso, è presieduto dallo stesso De Luce con giudici a latere Marina Chiddo e Sara Pedone e ha sciolto le riserve su alcune questioni preliminari. A cominciare da quella sulla citazione della Regione Puglia come responsabile civile (cioè soggetto tenuto eventualmente al risarcimento del danno), disposta dall’ex collegio con ordinanza del 7 maggio che è proprio quella impugnata davanti alla Corte d’Appello. Dopo la ricusazione del primo collegio, i giudici tranesi hanno comunque disposto la citazione della Regione, ma su basi diverse; e hanno inoltre escluso la costituzione delle parti civili nei confronti della Ferrotramviaria, ammessa invece dall’ex collegio.

Il procedimento in Corte d’Appello però, secondo le parti civili rappresentate dagli avvocati Andrea Moreno e Beppe Modesti, era frutto di un contraddittorio instaurato e svolto “con modalità manifestatamente illegittime, nonchè produttive di nullita’”. Ieri la discussione in Cassazione, con la procura generale che ha sostenuto le tesi dei ricorrenti. Con provvedimento depositato oggi, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione lo ha dichiarato inammissibile. Il processo riprenderà il prossimo 11 dicembre e vede alla sbarra la società Ferrotramviaria e 17 persone, in massima parte dipendenti, dirigenti e figure apicali della stessa societa’ accusate – a vario titolo – di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.