«L’unico dato reale fornito è l’accredito all’Ente comunale della prima rata, pari a 15 milioni di euro, del Fondo di Rotazione, previsto dall’art.243-ter del TUEL per il risanamento finanziario prevista dall’art.243-bis del medesimo TUEL». A spiegarlo in una nota è il Commissario Prefettizio Gaetano Tufariello.
«Innanzitutto non corrisponde al vero il dato che tale anticipazione a valere sul Fondo di Rotazione attesterebbe di per sè l’aver scongiurato il default e il dissesto finanziario dell’Ente: di contro, valga per tutti la circostanza che il piano di riequilibrio approvato dalla passata amministrazione è tuttora “sub iudice”, cioè deve ancora essere approvato dalla Corte dei Conti regionale, in caso di sua bocciatura, oltre alla possibilità teorica di adire a ricorso, l’Amministrazione dell’Ente non potrebbe che deliberare il dissesto e restituire allo Stato la citata anticipazione del Fondo di rotazione. Nè corrisponde al vero che la prima rata del Fondo di Rotazione (la cui richiesta ammonta a 30 milioni di euro) doterebbe, da sola, la cassa comunale della liquidità sufficiente a garantire la totale solvibilità delle innumerevoli partite creditorie che gravano sull’Ente, come accertate nel rendiconto di gestione del 2018: infatti le risorse, necessarie, sono anche e sopratutto, quelle che rinverranno dall’attuazione delle politiche, ad alto impatto sulla collettività, previste nel piano di riequilibrio e che si basano sulla riduzione della spesa corrente, sulla valorizzazione del patrimonio, sull’accertamento e riscossione dei tributi. Nei bilanci di previsione a venire occorrerà tener conto della grave situazione deficitaria del Comune, per avviare un doveroso percorso di risanamento finanziario, ciò non significa automaticamente privare l’Ente di alcuni fondamentali servizi, come quelli rivolti al cittadino (in primis la cultura), o il potenziamento della organizzazione dell’Ente medesimo, come il potenziamento e soddisfacimento del fabbisogno del personale, ormai ridotto ai minimi termini. Pertanto, lungi dal cantare vittoria sul difficile momento del Comune di Andria, traendo in inganno cittadini e creditori, si rimanda la società civile tutta al buon esito delle politiche di risanamento dell’Ente (che peraltro dipendono anche dall’allineamento in corso della contabilità interna con quella delle società partecipate e dell’Unione dell’ARO 2), nonché all’esito positivo dei giudizi contabili incardinati presso la Corte dei Conti, anche rivenienti da ispezioni del MEF contenenti ulteriori rilievi, infine alla fiducia riposta da questa Amministrazione nella lungimiranza che gli innumerevoli creditori riporranno nelle proposte di transazioni loro inviate e che presuppongono, oltre ad un abbattimento di parte della quota capitale e degli interessi, anche una rateizzazione – conclude il dott. Tufariello – della quota restante nel termine massimo di 15 anni previsto dal suddetto piano di riequilibrio».