Home breaking Per non dimenticare: 19 anni fa l’omicidio di Graziella Mansi

Per non dimenticare: 19 anni fa l’omicidio di Graziella Mansi

Cinque le condanne. In quella terribile giornata tanti al lavoro per cercare la piccola

Rischia di finire nel dimenticatoio il grave fatto di sangue che il 19 agosto del 2000 gettò un’onta sulla laboriosa comunità andriese. La violenza e l’uccisione di Graziella Mansi, vittima a soli otto anni di un branco di balordi, è un ricordo rinverdito solo dagli organi di informazione e lasciato invece ormai in disparte dalla comunità che 19 anni fa aveva vissuto la vergogna più grande: la violenza, l’uccisione, l’occultamento e il tentativo di distruzione del corpicino di Graziella Mansi.

Sono fatti da ricordare perchè non succeda più: non succeda più che una bimba che si allontana dalla vista del nonno per recarsi a recuperare dell’acqua alla fontanella all’ombra di uno dei monumenti più conosciuti d’italia, possa essere indotta nella trappola di cinque violentatori assassini. Loro di sicuro non dimenticano visto che passano dietro le sbarre gli anni tolti alla piccola Graziella. Sono stati giudicati colpevoli Michele Zagaria, Domenico Margiotta, Giuseppe Di Bari, Pasquale Tortora, Vincenzo Coratella , allora tutti tra i 18 e i 20 anni: “l’hanno uccisa per gioco dissero gli investigatori dopo aver individuato il branco, aver interrogato ciascuno separatamente e dalle prime confessioni aver ricostruito gli agghiaccianti momenti di quella imperdonabile follia”.

Fu Pasquale Tortora ad attrarre Graziella nella trappola con cui i cinque la avrebbero straziata di paura, di violenza e di un tentativo di cancellare l’orribile delitto. Le fiamme che avrebbero dovuto far sparire il corpo e la violenza che gli era stata inferta, si sedarono. Non si sedò la frenesia di chi cercava Graziella in una notte da incubo: polizia, militari, tanti volontari e le troupe televisive tra cui la nostra inseguirono le tracce nella speranza di raccontare solo di un grande spavento. Una straziante vergogna si era invece consumata ai piedi del Castel del Monte: quella che avrebbe tormentato per sempre la famiglia della piccola e anche uno dei suoi assassini: era stato giudicato così anche Vincenzo Coratella che si è sempre proclamato innocente finchè non ha deciso di togliersi la vita nel carcere di Lecce.

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