«La Corte dei Conti Sezione Puglia, per le ormai note vicende dell’appalto rifiuti per le città di Andria e Canosa affidato alla Sangalli, ha condannato l’ex assessore all’ambiente del Comune di Andria a pagare la somma di 770 mila euro, oltre interessi e rivalutazione monetaria». Così su Facebook l’on. Giuseppe D’Ambrosio del M5S informa sulla condanna della Corte dei Conti inerente all’appalto rifiuti nella città di Andria.

«Perché la somma di 770mila euro e non altra? Perché, scrivono i giudici contabili nella sentenza, dagli atti di indagine “vengono dettagliatamente confermate le dazioni di danaro erogate dallo stesso Sangalli per un importo complessivo di 770mila euro”. In altre parole, l’ex assessore all’ambiente andriese deve restituire quello che, secondo la Magistratura, ha intascato illecitamente. In verità la sentenza riporta anche, quale promessa aggiuntiva, l’assunzione di 31 persone. Noi abbiamo sempre affermato che questo appalto dei rifiuti, con arresti e tangenti, è stato l’emblema di come Andria è stata amministrata in questi anni, per cui chiediamo agli andriesi di riflettere, quando saranno chiamati alle urne l’anno prossimo, rispetto all’ipotesi di riaffidare la città a queste persone o anche di votare taluni che, da sinistra, li hanno sostenuti consentendo così di sopravvivere per 9 anni. In fin dei conti chi ha pagato questa tangente di 770 mila euro? La Corte dei Conti risponde indicando i CITTADINI ANDRIESI, quando partendo dal fatto che vi era una sola ditta a gareggiare, scrive che “proprio tale circostanza ha fatto si che l’impresa Sangalli abbia potuto fissare un prezzo tale da far ricadere sulla collettività la dazione della tangente».

«Questa volta però voglio anche sottoporre al Commissario Prefettizio ed ai cittadini un ulteriore spunto di riflessione, per cui ho postato la foto di un passaggio di questa sentenza, in cui il difensore dell’ex assessore all’ambiente andriese riporta le dichiarazioni dell’ex Sindaco di Andria Nicola Giorgino, che afferma che l’assessore era estraneo al “confezionamento degli atti di gara”. Sono ovviamente solo affermazioni riportate dalla difesa, ma se ipotizziamo per un attimo di dare credito a queste affermazioni, vuol dire che altri, o almeno un altro, hanno partecipato a preparare questo “ciambotto”. Ovviamente non posso sapere se la Magistratura abbia già approfondito o stia approfondendo questo aspetto, ma essendo in corso una nuova gara rifiuti per Andria anche se per soli due anni, ed essendoci la remota possibilità che non tutto il “virus” possa essere stato debellato, invito caldamente il Commissario Prefettizio, che sta amministrando Andria già da alcuni mesi, a vigilare con la massima attenzione».