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False burrate di Andria vendute online: al via i controlli della Guardia di Finanza

È uno dei prodotti più imitati e vittima dell'agropirateria

La famosa “burrata” di Andria lotta per difendere la sua originalità, il suo sapore e le sue qualità inconfondibili, dall’invasione degli agro-pirati con le “imitazioni” vendute on-line, in beffa dei marchi di tutela comunitari. Truffe che si moltiplicano in “rete”.

C’era una volta, insomma, il rapporto di fiducia dalle mani del casaro al lavoro nella masseria immersa sulla Murgia a quelle del consumatore. Oggi basta un clic col mouse per ordinare e acquistare. Cosa? Una burrata “taroccata”. E così uno dei prodotti simbolo della Puglia rischia di affogare nel suo stesso latte.

Nella provincia di Barletta-Andria-Trani è stato portato a termine in questa settimana dalla guardia di finanza un “piano” finalizzato a prevenire e reprimere casi di contraffazione e di abusivismo commerciale. Bilancio: sequestro di oltre 10 mila articoli, in diversi settori merceologici, tra cui derrate alimentari, e la denuncia all’autorità giudiziaria di 9 persone e l’irrogazione di sanzioni amministrative per altri 9 soggetti.

«Con i prodotti che sfruttano l’italian sounding, un business che fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro, occorre difendere anche sul web un patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell’agropirateria internazionale – denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre».

Secondo la Coldiretti regionale è un fenomeno criminale che si sviluppa attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio».

Si pensi che la burrata di Andria è stata venduta on-line nel bicchiere. Roba da far rivoltare nella tomba Lorenzo Bianchino, il casaro che agli inizi del ‘900 sulle colline murgiane di Andria ideò la burrata. Secondo quanto si tramanda nella tradizione andriese egli utilizzò il latte vaccino che avrebbe dovuto portare a valle: creò una fiaschetta che farcì con la pasta filata, poi la riempì di panna prima di sigillarla con un filo di paglia. Segreti alimentari d’altri tempi, sviliti dai finti prodotti nostrani.

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