11,06 del 12 luglio 2016. Chilometro 51 della tratta ferroviaria tra Andria e Corato, tratta gestita da Ferrotramviaria e cosiddetta della Bari-Nord. Due treni l’ET1021 proveniente da Corato e l’ET1016 proveniente da Andria con velocità comprese tra i 94 e 101 km/h, si scontrano. Si rivelerà uno dei disastri ferroviari più drammatici d’Italia. L’incidente si verificò, esattamente tre anni fa, in un tratto caratterizzato da una leggera curva che non consentì ai due macchinisti di provare ad azionare un freno di emergenza. La minuziosa ricostruzione degli inquirenti che hanno indagato su quanto accaduto ha permesso di ricostruire attimo per attimo quei terribili minuti, divenuti poi ore, sino al conto finale delle vittime: 23 persone decedute e 51 feriti. Poi l’arrivo nelle aule del tribunale di Trani il 19 dicembre scorso il gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, ha rinviato a giudizio tutti i 18 imputati e cioè le 17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria coinvolti, a vario titolo, nell’inchiesta.

Tra gli imputati i vertici e i dirigenti della Ferrotramviaria, i capistazione di Andria e Corato e l’unico capotreno sopravvissuto. A determinare lo scontro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbe stato un errore umano nel sistema del cosiddetto blocco telefonico, cioè la comunicazione telefonica (tramite fonogramma) tra le due stazioni, ritenuto obsoleto e insicuro dalla Procura di Trani. Ma pesarono anche, secondo l’ipotesi accusatoria, una serie di concause e leggerezze organizzative e la mancata applicazione da parte della società di aggiornati sistemi di sicurezza, in particolare il segnalamento automatico Scmt (Sistema di controllo marcia treno) che consente di sopperire in tempo ad eventuali errori umani o tecnologici. Il bilancio della tragedia fu aggravato dalla velocità che si raggiungeva in quel tratto e dalla circostanza sfortunata che uno dei due treni al momento dell’impatto era appena uscito come detto da una curva. I due macchinisti si ritrovarono davanti all’improvviso l’altro convoglio e poterono fare ben poco per evitare lo scontro frontale. Ovviamente il raddoppio della linea, atteso da tempo, avrebbe evitato la tragedia. Nel frattempo i lavori sono stati aggiudicati a marzo 2017 (la gara era stata avviata pochi mesi prima dell’incidente) e sono cominciati all’inizio del 2018.

I reati contestati, a vario titolo, agli imputati sono disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso mentre la società Ferrotramviaria, imputata come persona giuridica, risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti. Il processo dopo una fase preliminare ha visto un breve stop per via della ricusazione del collegio giudicante che attualmente è composto dal presidente Antonio De Luce, con giudici a latere Marina Chiddo e Sara Pedone. La Regione Puglia sarà sia responsabile civile, assieme a Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti, sia parte civile assieme a diversi parenti delle vittime e feriti oltre a Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu, Ubf, Codacons, Confconsumatori, Anmil e Gepa.