Sono settemila ogni anno i pugliesi che devono affrontare problemi legati all’alterazione del ritmo del cuore. La capacità della sanità pubblica nella nostra regione di assorbire queste problematiche è pari a duemila casi. Sono cinquemila quelli che restano dunque scoperti e che portano l’utenza a praticare quella che viene definita “emigrazione sanitaria”. Che non rappresenta solo un costo in più per l’utente ma anche per la sanità regionale. Implementare le potenzialità della aritmologia pugliese è l’obiettivo che hanno deciso di perseguire in coesione i direttori delle unità cardiologiche complesse degli ospedali di Andria, Taranto e Tricase. Lo hanno fatto promuovendo un momento di formazione rivolto soprattutto ai giovani e tenutosi nella suggestiva cornice della sala degli affreschi dell’Ateneo di Bari.
Investire sui giovani è il modo migliore per consentire di trovarli preparati nel momento in cui si può implementare l’organico dei nosocomi pugliesi.
Il servizio.