Dopo 12 anni è tutto da rifare il processo sull’agguato di mafia commesso ad Andria il 29 agosto 2007, nel quale rimase ferito l’allora 24enne Pietro Dell’Endice. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio, la sentenza con la quale, nel giugno 2017, la Corte di Appello di Bari aveva assolto, «per non aver commesso il fatto», i due pregiudicati Francesco Nicolamarino, 47 anni e Nicola Sgaramella, 43 anni.

Erano le 15,40 del 29 agosto 2007 quando nella centrale Piazza Murri (oggi via Luciano) due uomini, a bordo di una potente autovettura Audi A/8 rubata, esplosero un intero caricatore di mitra (32 colpi) contro il pregiudicato andriese, all’epoca dei fatti 24enne. L’uomo, nonostante il tentativo di fuga, cadde per terra colpito ripetutamente al torace ed agli arti ed il killer si avvicinò per completare l’opera con un colpo alla testa ma si accorse di aver finito le munizioni. L’allora 24enne si finse morto salvandosi dall’agguato.

L’indagine fu inizialmente archiviata e riaperta anni dopo dal pm della Dda di Bari Roberto Rossi grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. I due imputati, in primo grado nel febbraio 2016, erano stati condannati dal Tribunale di Trani rispettivamente a 13 anni e 4 mesi e a 14 anni e 8 mesi di reclusione per i reati di tentato omicidio, detenzione abusiva di armi e munizioni, ricettazione, danneggiamento a seguito di incendio: tutti reati aggravati dal metodo mafioso. La Corte di Appello poi li assolse ritenendo i pentitì inattendibili, ma secondo i giudici della Cassazione quelle dichiarazioni vanno rivalutate.