Home News Filannino lascia il M5S di Barletta: comunicato il passaggio al Gruppo Misto

Filannino lascia il M5S di Barletta: comunicato il passaggio al Gruppo Misto

Le ragioni di tale scelta da parte del preside del Liceo Scientifico di Andria

Il consigliere comunale Michelangelo Filannino, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni amministrative di Barletta, si è dichiarato indipendente e ha comunicato il suo passaggio al Gruppo Misto, consentito dal comma 6 dell’articolo 11 del regolamento del Consiglio Comunale. La notizia è arrivata sul tavolo del presidente del Consiglio Comunale Sabino Dicataldo e le motivazioni sono state comunicate in una lettera al capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, Anna Maria Carone.

«Questa decisione – spiega Filannino nella lettera – deriva dal mio completo dissenso con la linea politica intrapresa dal Movimento 5 Stelle con il contratto di governo con la Lega, che ha portato a decisioni del tutto incoerenti con i principi per i quali mi ero accostato al Movimento. Tale dissenso è ancora più forte nei confronti delle prospettive politiche del Movimento in rapporto alle future Elezioni Europee». Nella scelta di Filannino influiscono in particolare gli «obbiettivi ambientalisti disattesi dal M5S in tutta la Puglia», che avevano rappresentato il suo principale motivo di interesse per la vita politica cittadina. “Richiamo per inciso quanto è emerso dall’incontro con il Ministro Lezzi – scrive – da cui ho appreso che l’abolizione della legge autorizzativa al co-incenerimento nei cementifici non è parte del programma di questo Governo”.

Critica anche la posizione riguardante «le scelte che il Governo M5S/Lega ha fatto sul tema dell’immigrazione, ingenerando un clima sociale tanto pericoloso quanto inaccettabile». Filannino si è detto anche «consapevole del fatto che lo statuto del M5S prevede, in caso di dissenso della linea scelta dal Capo politico, le dimissioni dal consiglio comunale – prosegue decido invece di passare nel Gruppo Misto perché l’interesse per la propria città e il tentativo di contribuire, pur nei limiti del ruolo di Consigliere comunale, a migliorarla non può e non deve essere subordinato ad un contratto che pretende unilateralmente di vincolare la condotta e la coscienza critica dei singoli».

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