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Piano di Riequilibrio, Noi con l’Italia Andria e Bat: «Mazzata per cittadini e imprese»

La nota del partito di Fitto dopo il Consiglio Comunale del 27 novembre

«Certo che in politica non c’è mai fine al peggio. Credevamo di averle già viste tutte, ma ancora ci mancava questa pagina nerissima scritta da un’Amministrazione e da una maggioranza che ormai di centrodestra non hanno più nulla, ostaggi come sono di un Sindaco “padrone” e del suo maldestro “cerchio magico”». Intervengono così, in una nota congiunta, le segreterie provinciale della Bat e cittadina di Andria di Noi con l’Italia, a margine delle recenti determinazioni del Consiglio Comunale di Andria sul Piano di Riequilibrio e accesso al Fondo di Rotazione.

«Dunque – si legge – il Consiglio comunale fiume ha chiarito (qualora ce ne fosse ancora bisogno) alcune circostanze. La prima su tutte: i responsabili del disastro gestionale sono i 4 assessori licenziati dal Sindaco padrone. La seconda: non cercate tra quei banchi qualcuno che conosca il significato della parola “coerenza”.

Sì, d’accordo: è stato sventato l’affidamento all’esterno del servizio di riscossione dei tributi, che perciò rimane affidato a quei “monellacci” di via Bari, nella speranza che si ravvedano e tornino a meritarsi gli elogi sperticati del Padrone, proprio com’è avvenuto con dirigenti e funzionari, che da “pezza da piedi” sono diventati tassello imprescindibile della macchina amministrativa.

Ecco l’altra circostanza emersa in tutto il suo fragore: il Padrone ha uno scarso senso della misura. Ma anche questo si sapeva.

E va bene: ci sono anche i tagli alle indennità degli amministratori e ai gettoni dei consiglieri. Ma perché la scure sarà più pesante nel 2020, cioè quando questo Consiglio sarà alla fine del proprio mandato e i cittadini dovranno eleggerne un altro? Siamo cattivi se diciamo che è forte il nostro sospetto di una furbata a danno dei prossimi amministratori e dei prossimi consiglieri?

La sostanza è quella che tutti sappiamo: se il Ministero delle Finanze e la Corte dei Conti daranno il via libera, gli andriesi sono attesi a un salasso destinato a durare 15 anni e che di certo avrà ripercussioni pesanti sulla capacità economica di famiglie e imprese.

Ma in Consiglio abbiamo registrato il solito, oramai stucchevole ritornello delle responsabilità ereditate dal passato. Anche a voler prendere per credibile questa tiritera, restiamo convinti che la prudenza del “buon padre di famiglia” – immagine evocata ogni tre per due dal Sindaco – avrebbe dovuto imporre una maggiore oculatezza nelle spese, soprattutto in materia di lavori pubblici, giacché erano noti i procedimenti in corso per i famigerati espropri del Pru di San Valentino e che prima o poi le condanne a pagare per il Comune di Andria sarebbero arrivate.

Se consideriamo che Ministero e Corte dei Conti hanno davanti almeno 10 mesi per decidere l’ammissibilità del Piano di Riequilibrio al Fondo di Rotazione, è fin troppo facile capire che, alla fine, ha prevalso l’amore per la poltrona: siamo a fine 2018, la risposta romana non arriverà prima di ottobre 2019 e verosimilmente a marzo 2020 questo Consiglio comunale andrà a scadenza naturale. Tutto qui il furore delle “voci fuori dal coro”? Un po’ pochino, a nostro parere.

Eppure il Sindaco ha avuto 8 anni a disposizione per provare a rimettere a posto le cose, a

cominciare dall’efficienza dell’Ufficio Tributi, per continuare con il recupero dell’evasione e per finire con una maggiore oculatezza finanziaria.

Noi ci sentiamo e restiamo orgogliosamente parte della grande famiglia del centrodestra ma, pur avendo contribuito in maniera determinante al secondo successo consecutivo della coalizione, non possiamo riconoscerci in una maggioranza che si è rivelata compatta soltanto nella clamorosa e conclamata incapacità di opporsi al disastro incombente, fino a confezionare questo maleodorante regalo di Natale ai nostri concittadini.

“Per rialzarsi bisogna prima toccare il fondo”, dicono gli ottimisti a oltranza. Noi, che preferiamo essere realisti, invece chiediamo: sicuro che questo sia il fondo?».

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