Non ci sarebbero novità sostanziali per il futuro della Fidelis Andria.

La situazione, in pratica, risulterebbe la “fotocopia” di quella prospettata nella giornata di ieri. C’è, però, un’importante differenza: il tempo si è “mangiato” altro tempo e le ore a disposizione sono sempre di meno.

Domani, infatti, è previsto il gong. Sarà giocoforza il giorno della verità. Quello del dentro o fuori. Entro domani, infatti, sarà necessario pagare gli stipendi, i contributi e le ritenute ai tesserati biancoazzurri per il bimestre aprile-maggio 2018.

Le somme, inutile nasconderlo, sono note a tutti. Quella totale ammonta a 285 mila euro. Una metà è stata coperta dalla Montemurro Holding, che ha provveduto anche alla tassa di iscrizione e alla fidejussione bancaria, da Vincenzo Todaro e Vito Ippedico, con quest’ultimo che ha garantito il saldo per la Lega, da un imprenditore che in passato ha contribuito alla causa biancazzurra e dal costruttore andriese Giuseppe Catapano. Un altro 15%, in attesa di conferme ufficiali, sarebbe garantito da un altro imprenditore andriese e da Vincenzo Pastore.

Conti alla mano, in caso di adesione di questi ultimi, mancherebbero circa 100 mila euro. La situazione resta delicata. L’ostacolo non è semplicissimo da superare, ma neanche impossibile. Difficile immaginare un ulteriore sforzo dei soggetti citati precedentemente. La verità è che serve il contributo di altri imprenditori andriesi per scongiurare l’ipotesi, sportivamente parlando, più drammatica: salutare il calcio professionistico.

Domani si saprà tutto. Domani è il giorno della verità. Non ci saranno proroghe, come qualcuno aveva indicato. Non ci sarà più possibilità di salvare il salvabile. Domani o mai più.