Giuseppe Di Vittorio difese e restituì dignità a quella che era considerata la capitale dei contadini poveri del mezzogiorno. Il rapporto tra il sindacalista originario di Cerignola e la Città di Andria, sta tutta in questa ricostruzione storica che ieri, 1 maggio, ha visto la celebrazione provinciale da parte della CGIL della “Festa dei Lavoratori” proprio nella città federiciana.
Tutto nel segno di Giuseppe Di Vittorio a partire dalla mattinata quando il tradizionale corteo che ha sfilato per le vie della città di Andria, è partito dalla storica Camera del Lavoro cittadina situata proprio in Piazza Di Vittorio e di fronte ad un monumento a lui dedicato. Andria come punto di ripartenza per la conquista dei diritti da parte di un forte e compatto movimento contadino ed operaio nel primo ‘900. Andria come prima città socialista non solo della Puglia ma anche del Mezzogiorno. Andria come città profondamente ferita dalla guerra ma in cui vi era, tuttavia, un “popolo di formiche e grandi lavoratori”, come lo definì proprio Di Vittorio prendendo spunto da una immagine cara a Tommaso Fiore. Ed allora nel pomeriggio spazio ad un dibattito in Piazza Catuma, aperto dalla ricerca effettuata dagli studenti del liceo scientifico “Nuzzi” e dall’istituto “Lotti – Umberto I” di Andria su “Di Vittorio e Andria”, curata dalla Fondazione “Di Vittorio” in collaborazione con l’Ipsaic.
Ed allora dalle 19, in una piazza che lentamente si è animata, spazio al tradizionale “concertone”, e sul palco del Primo Maggio si sono alternati la Billi Band, i Sottosuono, Papaceccio, i Tammurria e Gerardo Tango. Durante il concerto diversi anche gli interventi di giovani e non solo che raccontato le proprie condizioni di lavoro, condizioni di un’intera generazione che lotta per diritti, come è stato più volte sottolineato, più che mai attuale.
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