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Patto Territoriale, che fare? Le preoccupazioni dei 22 dipendenti

Protesta della CGIL sotto la sede nel Polo Logistico di Barletta

Che fare del Patto Territoriale? Che futuro per i 22 dipendenti? Perchè manca ormai da diversi anni un piano di rilancio per un ente che avrebbe dovuto esser un fiore all’occhiello del comprensorio Nord Barese? Tutte domande a cui non vi è ancora risposta, tutte domande a cui i lavoratori, e la CGIL in particolare, chiede di rispondere in tempi brevi da parte della politica che è il motore di questo ente.

Si perchè il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino è un’agenzia ormai unica che dovrebbe occuparsi essenzialmente di creare ed intercettare opportunità soprattutto rivenienti da finanziamenti europei ed esterni. Le diverse agenzie nate diversi anni fa e che si occupavano di turismo ed occupazione, sono ormai fuse in un unico ente che ha al suo interno 22 dipendenti. I comuni fondatori del Patto, infatti, erano ben 11 e cioè tutti quelli che successivamente hanno permesso la costituzione della BAT più il comune di Corato. Nel corso degli anni, poi, le prime defezioni soprattutto nell’ultimo periodo tra cui Trinitapoli, San Ferdinando e Canosa sino ad arrivare alle ultime defezioni di Trani e Bisceglie.

Ora, Presidente del Consiglio di Amministrazione, è Paolo Marrano sindaco di Margherita di Savoia, ed i comuni aderenti sono solo sei con costi di gestione notevolmente aumentati pro capite per ogni socio del Patto. Una lettera di qualche mese fa del Presidente ha chiarito ai dipendenti che sarà necessario operare dei tagli o nel personale o nelle ore di lavoro per ridimensionare i costi. A questa richiesta i sindacati, ed in particolare la CGIL, ha richiesto un confronto diretto mai giunto. I lavoratori chiedono, in sostanza, un piano industriale ed un rilancio della struttura per sfruttare al massimo i finanziamenti di questi anni che dovranno essere intercettati per non perdere opportunità decisive per il territorio.

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