Come fa un giovane a provare anche un minimo slancio verso la politica di fronte a queste parole: «Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi». È stato il Ministro Poletti a dirle, riferendosi ai 100 mila giovani italiani emigrati quest’anno. Sono parole che personalmente mi hanno sconfortato e su cui mi arrovello da ieri. Certo la dichiarazione va contestualizzata e il Ministro ha subito corretto il tiro, ma questo dopo. La verità è che sono dichiarazioni che non andrebbero fatte e basta, quantomeno per opportunità, qualunque risulti poi essere il contesto.

In un articolo comprensibilmente carico di rabbia e risentimento, apparso oggi 20 dicembre su l’Espresso, intitolato “Caro Poletti, avete fatto di noi i camerieri d’Europa”, una ricercatrice emigrata in Francia spiega al ministro che non è solo una questione di come si parla. “Le vostre politiche sono uguali a quelle sue parole”, sentenzia la donna, riferendosi soprattutto ai 265 milioni di voucher venduti da quando Poletti è ministro e usati per retribuire sistematicamente il lavoro dei più giovani.

«Quello che allora mi sento di fare io è portare all’attenzione dei giovani l’esperienza vissuta in Puglia, la regione di cui mi onoro di essere consigliere – afferma Sabino Zonni. Mi sento di dire ai ragazzi che se da un lato, in politica, c’è chi la pensa come Poletti, che può anche avere le sue buone ragioni, dall’altro c’è chi la pensa come Guglielmo Minervini, che ne ha altrettante. Per i pochissimi che non sanno, o non ricordano, chi è stato e cosa ha fatto Guglielmo Minervini, lo spiego subito. Guglielmo Minervini, recentemente scomparso, è stato un politico pugliese: consigliere e assessore regionale. Fra i molti meriti che ha avuto c’è stato quello di ideare “Bollenti Spiriti”, un complesso di politiche rivolte ai giovani pugliesi, pensate per liberare la loro creatività e dare loro la possibilità concreta di restare nella propria terra. Politiche ben ponderate che hanno resistito al cambio di governo e nelle quali oggi, l’amministrazione Emiliano, continua ovviamente ad investire. Del resto sarebbe stupido fare diversamente. Guardando solo ai dati di “Principi Attivi” (una delle azioni previste da “Bollenti Spiriti”) si legge che in 5 anni più della metà dei giovani finanziati dal programma è un imprenditore o un lavoratore autonomo. 2/3 dei progetti, è andato avanti con le sue attività, solo il 16% le ha interrotte dopo la fine delle risorse pubbliche. Mentre per il 33% dei casi l’implementazione di quel progetto costituisce l’occupazione principale dei promotori. Infine, nonostante “Principi Attivi” non sia una politica per l’occupazione, è stato calcolato che si sono spesi 22.500 euro per ogni occupato prodotto, mentre in media di solito se ne spendono 90 mila.
Questo lo dico non per ribadire i meriti di un politico, il quale tra l’altro non ne avrebbe bisogno, ma per ribadire il fatto che in politica, come in qualsiasi altro ambito umano, si tratta di scegliere da che parte stare, senza farsi scoraggiare. Se è vero come dice la ricercatrice citata sopra che le “nostre politiche sono uguali alle nostre parole”, allora oltre a quello che ha fatto, vi riporto quello che Minervini ha detto. “A tutti quelli che vi esorteranno a dire non andatevene troppo con la testa fra le nuvole, non sognate troppo, voi rispondete che i realisti sono quelli che mangiano il pane bagnato dal sudore dei sognatori. Auguri ragazzi”. Questo è stato Guglielmo: un Politico».