«Paola si è sentita male nel bus che la riportava nella città jonica dalla quale ogni mattina partiva per arrivare nel nord barese a svolgere il suo lavoro – ha ricordato Peppino De Leonardis, Segretario generale Flai Cgil Puglia ed il primo a denunciare pubblicamente circa un mese dopo la morte l’accaduto – ma questa targa rappresenta non solo il ricordo di tutti quei lavoratori che vengono quotidianamente sfruttati soprattutto nelle campagna da caporali senza scrupoli, bensì anche come monito ben chiaro nei confronti di tutti, nei confronti di ogni singola istituzione ma nei confronti di ogni singolo cittadino. Stiamo ancora costruendo una cultura del lavoro che purtroppo manca ancora fino in fondo».
Alla cerimonia presente, oltre alle istituzioni, Salvatore Arcuri, marito di Paola Clemente e visibilmente emozionato. L’iniziativa della CGIL rientra in una campagna nazionale in ricordo di Jerry Essan Masslo, rifugiato sudafricano in Italia fuggito dal suo paese ed assassinato da una banda di criminali e più specificatamente dalla camorra, la cui vicenda personale emozionò profondamente l’opinione pubblica. «Jerry si ribellò e fu ucciso – ha proseguito De Leonardis – ma il ricordo di Paola Clemente nasce proprio dall’esigenza di far comprendere che il problema non vive solo per i migranti ma anche per i lavoratori italiani. E’ vivo e concreto il ricordo delle vittime sul lavoro e non vi è mai stato un calo della attenzione soprattutto da parte della Cgil che resta sempre in prima linea perché riteniamo che non si possa morire invano».
Nella BAT, come hanno ricordato gli intervenuti, il problema non è così diffuso come in altre zone della Puglia ma bisogna continuare a tenere alta l’attenzione: «Voglio ribadirlo con forza – ha concluso De Leonardis – la nostra non è una battaglia contro tutti i datori di lavoro, ma solo contro i datori di lavoro che non rispettano le regole e che calpestano la dignità umana oltre che i diritti dei lavoratori».