
«Avrei fatto a meno di intervenire nuovamente, ma ritengo, ancora una volta, che alcune “precisazioni” ai referenti della funzione pubblica CGIL vadano fatte per onore della chiarezza e per una corretta informazione, piuttosto che fare disinformazione e confusione, aldilà delle disquisizioni giuridiche e/o legislative, che poco interessano ai cittadini».
«I latini dicevano: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Più che semplificare ho la sensazione che i referenti della CGIL di Andria tentino solo di confondere le idee, perpetrando nel loro “diabolico” obiettivo, di far credere all’opinione pubblica cose che invece non sono nella realtà. Le carte vanno lette bene e soprattutto interpretate bene. In merito alla “vexata quaestio” dell’aumento della tassa rifiuti (TARI) che ho già avuto modo di chiarire rispondendo compiutamente con alcune “precisazioni” che a quanto pare i referenti della CGIL fanno finta ignorare, prendo atto che nel loro intervento fuorviante, tentano di paragonare Andria a Comuni come Spinazzola, Minervino Murge e Canosa che a loro dire “godono del nostro stesso servizio di raccolta rifiuti, nonostante abbiano più servizi dei nostri”. Delle due l’una, o godono dello stesso nostro servizio oppure hanno più servizi dei nostri, si mettano d’accordo. Peccato però che Minervino Murge, Spinazzola e Canosa di P. aldilà dell’improponibilità del paragone, in quanto innanzitutto i servizi non sono uguali per tutti e poi parliamo di Comuni che per dimensione territoriale, valenza abitativa ed urbana sono incomparabili, tanto che non citano invece, come correttezza vorrebbe, altri Comuni più grandi e, magari, che vantano in parte servizi simili come accade a Barletta in primis, oppure Trani, Bisceglie, Giovinazzo, così, tanto per non allontanarci troppo. Ma a quanto pare per la CGIL piccolo è bello. Peccato però che se paragoniamo i servizi resi per esempio a Minervino Murge dalla società Tradeco e non dalla Sangalli, ci accorgiamo che oltre a continuare la raccolta dei rifiuti prevalentemente con cassonetti stradali e non con il porta a porta spinto, il costo del servizio per un comune con meno di dieci mila abitanti è pari ad oltre 1,6 milioni di euro. Dunque se moltiplicassimo per dieci, ovvero per i 101.000 abitanti di Andria, constateremmo che il costo del servizio in quel Comune, senza il porta a porta, sarebbe di oltre 16.000.000 milioni di euro, quando invece, nella città di Andria, senza più cassonetti che tutti maledicevano, soprattutto d’estate e con il servizio porta a porta spinto, costa per l’anno in corso, complessivamente, 15.200.000 euro. A titolo esemplificativo, visto i referenti CGIL mi tirano per i capelli, tanto per spiegarci e tentare di farglielo capire, se una persona sola ad Andria con una casa di 100 mq paga € 167,00 ed una famiglia di due componenti, con la stessa casa, paga la somma di €. 268,31 a Minervino Murge, dove invece esistono solo 3 fasce di tariffe senza distinzione tra i metri quadri e i componenti il nucleo familiare, constatiamo che sia il nucleo con una sola persona che quello con due persone, pagano, con gli adeguamenti attuali ma senza considerare il prossimo conguaglio derivante dai maggiori oneri per i conferimenti negli impianti di bio-stabilizzazione di molti rifiuti indifferenziati, la stessa somma, ovvero € 305 euro. La differenza? Ad Andria la persona singola paga in meno la bellezza di ben 138 euro, mentre il nucleo composto da due persone paga in meno € 36,69. Dunque non comprendo da quale fonte traggano le loro informazioni che risultano in parte errate. Come, sempre a titolo esemplificativo e nel contempo dirimente, una famiglia di Bisceglie con 120 mq di casa e 4 componenti familiari paga una tari di € 583,00 mentre ad Andria la stessa famiglia paga € 396,20, ovvero € 186,70 in meno. Oppure una famiglia di Giovinazzo composta da tre persone con 106 mq di casa si ritrova a pagare di Tari € 502,00 mentre alle stesse condizioni una famiglia di Andria, attualmente paga € 325,50, ovvero € 176,50 in meno. Ecco questi sono gli esempi tangibili di una realtà che i referenti CGIL si guardano bene da citare, rispetto ai dati generici e fantasiosi che tentano di propinarci per far credere all’opinione pubblica che ad Andria stiamo messi peggio degli altri e che c’è in atto da parte dell’amministrazione Giorgino una vera vessazione tributaria e tariffaria.
Ma visto che la CGIL, a suo dire, “è abituata a rispondere con precisione e con riferimenti legislativi e/o giurisprudenziali”, cosa che fino a questo momento non mi è sembrato, chiarito peraltro, sempre per la precisazione, che la prima amministrazione Giorgino non si è insediata “a fine 2009”, bensì ad Aprile 2010, riguardo la TASI, ancora una volta i referenti della CGIL dimostrano tutto il loro limite di conoscenza della materia, prendendo una cantonata. Infatti da una parte scrivono, ammettendolo, che a Barletta viene applicata “l’aliquota più alta d’Italia” e dall’altra poi se ne escono che nonostante ciò, hanno un gettito inferiore al nostro. Ma ai referenti della CGIL non gli è mai potuto balenare il pensiero che il gettito Tasi non è determinato di per sé solo dalla percentuale dell’aliquota applicata, ma anche dalla consistenza complessiva patrimoniale immobiliare? Dunque i “sapienti”, si diano una risposta sui motivi della differenza di gettito tra il Comune di Andria e quello di Barletta. Ritengo di aver sufficientemente chiarito quello che c’era da chiarire e di dover chiudere la questione in modo definitivo e di non dover ritornare più sugli argomenti. Poche parole a buon intenditore».