Home News Giunta politica, M5S: «Vincitori e vinti del Giorgino – Ter»

Giunta politica, M5S: «Vincitori e vinti del Giorgino – Ter»

La nota dei consiglieri pentastellati: «Restano fuori i cittadini andriesi»

«Sono passati alcuni giorni dal nostro ultimo comunicato sulla nascita della giunta politica andriese. Si è rotto qualcosa nell’apparente armonia della maggioranza, manifestata nei giorni scorsi a colpi di alzata di mano su ogni provvedimento proposto dal sindaco, l’avvocato Nicola Giorgino, che a nostro parere non aveva alcuna intenzione di fare la giunta politica, ha dovuto cedere alle sue pedine in Consiglio comunale. Lo scacco matto è arrivato perché la corda stava per spezzarsi. Questo poteva significare la definitiva uscita dalla scena politica di un sindaco che brama più alti incarichi. Un fallimento totale poteva pregiudicare un possibile scranno parlamentare nel 2018 o una candidatura in prima fila alle regionali del 2020. Ma in politica, si sa, i mesi diventano anni e gli anni secoli». Intervengono così in una nota i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, dando il loro punto di vista riguardo la nuova giunta detta politica del Sindaco Nicola Giorgino, e spiegando chi sono i vincitori e i vinti.

«Ad applaudire la nuova giunta politica – continuano nella nota – mancavano i leghisti, mentre i fittiani, con delega congelata, sono rientrati nei minuti di recupero, quando la conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta si era conclusa e i fotografi erano andati via. All’assessore Sgaramella una freddissima foto con il cellulare usa-e-getta, come quelli che si usano per le persone poco gradite o per le chiamate da non intercettare. Il dubbio è che le bomboniere del matrimonio fra Giorgino e la sua maggioranza non fossero per tutti.

Esce vincente da questa battaglia politica il consigliere regionale Nino Marmo, vero dominus del gioco, che incassa l’assessorato a Del Giudice e il rientro in Consiglio del fedelissimo Lorusso. Vengono premiati con l’assessorato i giorginiani di stretta osservanza Albo e Raimondi, con conseguente rientro in Consiglio dell’ex assessore Di Noia e del già consigliere Pollice. Esce perdente l’asse leghista-fittiano, con questi ultimi sempre più all’angolo. Costretti già ad accettare il metodo di scelta degli assessori in base al manuale Cencelli, che ha di fatto impedito l’emergere di competenze a prescindere dal consenso, hanno dovuto subire l’invasione di campo del sindaco che pretendeva di scegliersi l’assessore che lui preferiva, magari selezionando qualche suo ex fedelissimo imbronciato, nel rispetto del vecchio adagio secondo cui “le leggi per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano”. Questo ha creato tensioni palpabili, fino alla nomina di Pietro Sgaramella, che ha tenuto duro nonostante tutto (il centrodestra) e tutti (i fittiani). E chissà se ci sarà ancora un gruppo dei Conservatori e Riformisti: che il coltello affilato sia pure una strategia di Marmo?

Il dato certo è la bocciatura della prima Giunta Giorgino, quella politica, ad esclusione del solo Michele Lopetuso, richiamato ad altro compito. La fortuna non arride al consigliere di Catuma, visto che assume la guida della “patata bollente” per eccellenza degli anni di Giorgino come sindaco di Andria, l’ambiente. Bocciati i tecnici, a parte due: si fosse conclusa fino in fondo l’esperienza “tecnica”, avremmo ritenuto chiuso un capitolo, una stagione. Invece c’è chi è “tecnicamente” dentro e chi è fuori, a dispetto dei tanti importantissimi progetti presentati (e pubblicamente elogiati). Il futuro non pare tranquillo: il consigliere Marmo, dopo il doppio colpo, diventerà “il consigliere quadruplo”, avocando a se anche le ultime deleghe rimaste in dispensa, o ci sarà la rivalsa di chi è rimasto a digiuno?

Dal gioco delle sedie – concludono – rimangono fuori i cittadini andriesi. Come abbiamo purtroppo ripetutamente detto, con un bilancio nei fatti in dissesto e con la spada di Damocle del TAR, continueremo a pagare aumenti di tributi a nostro avviso non dovuti. In definitiva questa è il prolungamento di quella amministrazione che nel 2014, stando a quanto pubblicato da OpenBilanci, aveva incrementato la spesa sulla cultura del 49% rispetto alla cifra preventivata, in piena burrasca finanziaria. Concludiamo con una scommessa: volete vedere che neanche questa giunta farà alcunché per il famoso appalto del servizio rifiuti i cui titolari sono stati condannati dal Tribunale di Monza per aver versato una tangente da 760 mila euro? Noi ci scommettiamo, però noi quella cifra non ce la possiamo permettere».

Exit mobile version