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Francesco Fortunato, una vita in marcia

Dalla pista dello stadio "Sant'Angelo dei Ricchi" di Andria alla Coppa del Mondo

Foto Chiara Montesano Trackarena.com
Foto Chiara Montesano Trackarena.com

Sabato 7 maggio, a Roma, il marciatore andriese Francesco Fortunato è risultato il primo italiano in graduatoria nella 20 km della Coppa del Mondo a squadre, classificandosi 48esimo con il tempo di 1h 24′ 19”. Nonostante la prestazione capitolina abbia confermato l’atleta federiciano tra i giovani talenti più promettenti d’Europa (record personale 1h 22′ 57”, ndr), sembra sfumare definitivamente il sogno di poter volare a Rio de Janeiro per le prossime Olimpiadi estive. «Sono contento della gara, – ha dichiarato Francesco – ma molto meno del tempo finale. Speravo di fare meglio, tuttavia ho dovuto prendere atto dei problemi riscontrati nelle ultime settimane di preparazione. In questa disciplina ci si inventa poco, l’importante è dare sempre il massimo. Ad oggi, il Brasile è sicuramente più lontano, ma non perdo la speranza di avere un’altra chance per abbassare il mio PB e non rinunciare a questo sogno. Al di là di cosa succederà, posso comunque essere soddisfatto di questo inizio di 2016, perché ho registrato degli evidenti progressi rispetto alla scorsa stagione».

Infatti il 5 marzo scorso, Francesco Fortunato (classe ’94) ha conquistato il titolo di campione italiano nella 5 km di marcia indoor ad Ancona, dopo numerosi piazzamenti importanti annoverabili nel suo palmares, tra cui il quarto posto ai campionati assoluti di atletica leggera del 2015 e il quinto posto nella 10 km juniores della Coppa del Mondo di Saransk 2012. Inoltre, dopo anni di duri allenamenti sulla pista dello stadio “Sant’Angelo dei Ricchi” e sull’asfalto della Villa Comunale di Andria, lo sportivo andriese ha potuto coronare il sogno di entrare a far parte di un gruppo sportivo d’eccellenza, arrivando ad indossare la prestigiosa casacca delle Fiamme Gialle della Guardia di Finanza. «Senza dubbio – ha proseguito lui – fare l’atleta professionista è un privilegio di cui vado fiero e per il quale mi ritengo fortunato.Tokyo 2020 è l’obiettivo principale di questo percorso agonistico iniziato ormai diversi anni fa, ma fare una prima esperienza in America Latina sarebbe comunque fantastico. Sono motivato e voglio continuare a migliorare le mie performance, anche se non sempre le cose possono andare per il verso giusto. L’anno scorso, dopo una lunga stagione e una serie di delusioni, ho sentito il bisogno di staccare un po’ la spina e ne ho tratto solo benefici, ripartendo ancora più determinato. Non ho mai pensato di gettare la spugna».

Infine, abbiamo chiesto a Francesco quali consigli darebbe ad un giovane aspirante marciatore. «Bisogna essere propensi – ha concluso lui – alla fatica, anche se negli ultimi anni sembra sempre più difficile trovare ragazzini disposti a fare questo tipo di sacrifici. Poi risulta senza dubbio un vantaggio trovare le persone giuste sulla propria strada, come è successo a me. A proposito, sento sempre il dovere di ringraziare i miei genitori per il costante sostegno, il mio allenatore Patrick Parcesepe e il mio primo trainer, Antonio Lopetuso, con il quale mi sono approcciato a questo meraviglioso sport, che sa regalare emozioni inimmaginabili».

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