La Commissione ha annotato piccole modifiche sin dal mattino, in realtà, modifiche che tuttavia non erano state ritenute particolarmente significative. Poi l’accelerazione nel pomeriggio e dalle 16 commissioni al lavoro per testimoniare il nuovo prodigio, quello che la Sacra Reliquia andriese compie ininterrottamente dal 1633, con la testimonianza di atti scritti e notarili, ogni qualvolta il Venerdì Santo coincide con il 25 marzo e cioè il giorno dell’annunciazione. La coincidenza di vita e morte in un mix di credenza popolare, tradizione, suggestione ma soprattutto fede, grande fede e partecipazione. In 30mila hanno sfilato nei pressi della reliquia nella sola giornata di venerdì e chissà quanti, assolutamente non quantificabili, sono stati collegati in diretta su tutte le piattaforme televisive e web presenti all’evento.
Credere o meno nel prodigio non cambia certamente il pensiero che ognuno può avere rispetto alla propria religione, ma poter testimoniare direttamente e con una fotografia o con una ripresa video quello che è accaduto nella Cappella di San Riccardo ad Andria è qualcosa che va ben più in là di qualcosa che si può spiegare. Ed allora ecco la “Storia di un Mistero”, raccontata in modo semplice e molto diretto, raccontata dopo aver nel 2005 vissuto lo stesso prodigio da giovanissimo cronista incollato davanti ad un monitor che trasmetteva frammenti di quella reliquia da cui fuoriuscì sino a rientrare una gocciolina di sangue.
Le gemme o protuberanze nate nel prodigio di venerdì scorso, oltre all’arrossamento delle macchioline di sangue, raccontano di un fenomeno ancora diverso dagli altri che sino ad ora si sono verificati e di un fenomeno che rappresenta una nuova trasformazione della reliquia che resta assolutamente unica nel suo genere. Un mistero che non ha particolari altre spiegazioni e che forse, d’ora in poi, in attesa del 2157, data in cui dovrebbe ripetersi il fenomeno, potrà considerarsi una vera e propria leggenda conservata e contenuta nelle mura della Cattedrale andriese.