«Sulla presa di posizione del Consigliere regionale Zinni oltre quella di un neo costituito coordinamento per i diritti umani della Provincia Bat contro la sottoscrizione della lettera del Sindaco Giorgino a favore del decreto sicurezza approvato dal Parlamento Italiano e sottoscritto dal Presidente della Repubblica, non so se ridere o piangere». Il Consigliere Comunale Noi Con Salvini Andria, Benedetto Miscioscia, parla in una nota del decreto sicurezza e difende l’operato del vice premier Matteo Salvini e del Sindaco Nicola Giorgino.

«Zinni, che nel suo intervento salta di palo in frasca – spiega Miscioscia – e i proponenti del neo coordinamento, dovrebbero spiegarci innanzitutto se sono a favore o contro il decreto in toto, prima di tutto, e chiarirci se sono a favore dell’immigrazione regolamentata o  di  quella selvaggia che negli ultimi anni ha caratterizzato le modalità di accoglienza nel nostro Paese, alla quale ha messo fine, meritatamente, il Ministro Salvini stroncando quel vergognoso traffico di uomini, donne e bambini da parte di organizzazioni criminali che operavano lungo le coste libiche ai quali più che stare a cuore la loro vita  stava a cuore i loro soldi».

«Adesso si prende posizione sull’adesione al decreto sicurezza da parte del Sindaco Giorgino il quale contrariamente ad alcuni sindaci di centro sinistra, che dopo l’incontro con il Premier Conte rilevano che non ci sono problemi di costituzionalità, decide di recepire una legge dello Stato, così come disciplinato dall’art. 54 del D.lgs. n. 267/2000. Nel merito, a prescindere che qualcuno dovrebbe anche spiegarci come faccia un decreto sicurezza a generare odio e razzismo, si contesta al Sindaco il recepimento di un decreto voluto fortemente da Salvini che, sostanzialmente, mettendo fine a regole molto tolleranti, prevede nell’ordine:
–  un aumento di quei reati che annullano la sospensione della richiesta di asilo politico, dopo una condanna in primo grado, portando all’espulsione immediata. I reati in questione sono  violenza sessuale, spaccio, furto e lesioni aggravate a pubblico ufficiale;
– l’adozione di  un “procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale“ anziché in caso di situazioni di emergenza umanitaria, su richiesta di cittadini stranieri, un permesso di soggiorno;
– il raddoppio dei tempi  per il trattenimento nei centri di rimpatrio, da un massimo di 90 giorni a 180 giorni;
– la possibilità di revocare la cittadinanza se una persona straniera viene ritenuta un possibile pericolo per lo Stato in caso di condanna in via definitiva per reati legati al terrorismo, oppure di un possibile rigetto della domanda di cittadinanza anche se presentata da chi ha sposato un cittadino o cittadina italiana;
– la possibilità di negare il patrocinio gratuito per un migrante se il suo ricorso contro il diniego della protezione umanitaria viene dichiarato inammissibile;
– l’impossibilità per gli SPRAR  (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che ospitano i migranti sotto l’egida dei Comuni, di accogliere genericamente i richiedenti asilo bensì solo minori non accompagnati e coloro che hanno già ricevuto il riconoscimento della protezione internazionale, oltre la previsione di fondi da destinare per il rimpatrio».

«Bene, se queste norme rappresentano il problema del decreto di sicurezza unitamente a provvedimenti su temi delicati come sulla lotta al terrorismo, alle mafie e sulla Pubblica Sicurezza in genere che oggi viene contestato in modo strumentale e distorto solo per polemizzare sul piano politico contro il Sindaco Giorgino, reo di recepire una legge dello Stato, allora ritengo che bene faccia a sostenerlo, rispettando la Costituzione Italiana, la stessa che all’art. 10 stabilisce che “il diritto  d’asilo nel territorio della Repubblica spetta solo allo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio della libertà democratiche garantite dalla Costituzione secondo le condizioni stabilite dalla legge” e non a coloro che arrivano da noi per tentare la fortuna. Una norma che, si badi bene, riguarda solo una minima parte di coloro che giungono o sono giunti nel nostro Paese e che, in questo caso, non mi risulta che non venga rispettata».