Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ferrotramviaria sono stati ammessi come responsabili civili all’udienza preliminare sulla strage ferroviaria che il 12 luglio 2016 causò tra Andria e Corato, nel nord Barese, la morte di 23 persone il ferimento di altri 51 passeggeri.

Il gup di Trani, Angela Schiralli, dinanzi al quale si sta celebrando l’udienza preliminare, ha rigettato le richiesta di estromissione di Mit e società ferroviaria, ed ha accolto la richiesta di esclusione della Regione Puglia, che nel processo è parte civile. Rischiano il rinvio a giudizio 18 persone tra dirigenti e dipendenti della società Ferrotramviaria e del Ministero accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.

Secondo le indagini della magistratura tranese lo scontro tra i treni fu causato da un errore umano, ma sono ritenuti responsabili anche coloro che non avrebbero vigilato sulla sicurezza di quella tratta a binario unico con blocco telefonico. Si tornerà in aula il prossimo 25 ottobre per l’eventuale richiesta da parte degli imputati di essere processati con riti alternativi, poi si procederà alle discussioni di accusa, rappresentata dai pm di Trani Marcello Catalano e Alessandro Pesce, parti civili (Regione, Comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, familiari delle vittime e diverse associazioni) e difese, con un calendario di due udienze a settimana fino al 15 novembre.