Il Centro di Orientamento Don Bosco organizza e promuove il convegno dal titolo “BULLISMO E CYBERBULLISMO. CONOSCERLO, RICONOSCERLO E CONTRASTARLO” che si terrà venerdì 28 settembre alle ore 15.30 presso l’Auditorium della scuola “Cafaro”. Inoltre dal 6 ottobre sempre presso la scuola “Cafaro” prenderà il via corso sulla stessa tematica.

“Depresso”, “apatico”, “asociale”, “era meglio non fossi mai nato”, “ammazzati”. Questo è solo un ristretto repertorio delle offese rivolte a Michele, diciassettenne torinese, da alcuni dei suoi compagni di classe e degli insulti quotidiani subiti a causa di problemi motori per un’ipotomia muscolare, che gli era stata riscontrata quando aveva pochi mesi di vita, e che non gli permetteva di camminare correttamente. Lo scorso 23 febbraio il giovane decise di porre fine alla sua vita d’inferno lanciandosi da un ponte.

Quella di Michele è una delle tante storie, rintracciabili in rete, che testimoniano quanto il fenomeno sia tristemente diffuso e come possa, in taluni casi, produrre conseguenze drammatiche. Infatti non solo i numerosi episodi di cronaca, ma anche e soprattutto indagini oggettivamente rigorose confermano che il bullismo rappresenta un’emergenza sociale.

La dott.ssa Maura Manca, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, direttrice del magazine online adolescienza.it, blogger dell’«Espresso» e Agi, già consulente del programma di Raidue #maipiùbullismo, nel libro “Quali sono le dimensioni del fenomeno in Italia?” fa il punto della situazione nel nostro Paese.

L’Osservatorio Nazionale Adolescenza monitora, anno dopo anno, tutte le problematiche degli adolescenti italiani e l’indagine, svolta nel corso del 2017 su un campione di ottomila ragazzi, evidenzia come, nella fascia tra i 14 e i 18 anni, il 28 per cento sia stato vittima di bullismo tradizionale e l’8,5 per cento di cyberbullismo. Nella fascia tra gli 11 e i 13 anni i numeri sono più alti: il 30 per cento dei preadolescenti è stato vittima di bullismo tradizionale e il 10 per cento di cyberbullismo. L’indagine, condotta nel corso dell’anno scolastico 2017-18 su un campione di undicimilacinquecento ragazzi, rileva che, nella fascia tra i 14 e i 18 anni, il cyberbullismoè incrementato del 2 per cento passando dal 6,5 all’8,5 per cento.

Ma cosa s’intende esattamente per “bullismo”? Esistono numerose definizioni: in linea di massima, si potrebbe definire come una forma di violenza, caratterizzata da sistematiche azioni di prevaricazione, quali minacce, intimidazioni, molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, messe in atto da un soggetto più forte, il bullo, o da più soggetti coalizzati, il branco, nei confronti di un altro, (bambino, preadolescente, adolescente, o adulto), che viene considerato come persona debole ed è, quindi, la vittima.

Per restringere il campo alle dinamiche dell’età evolutiva, un bambino/preadolescente/adolescente ne è vittima quando subisce, con frequenza sistematica nel corso del tempo, gli attacchi sferrati deliberatamente da uno o più compagni. Gli atteggiamenti ed i conseguenti comportamenti sono, pertanto, iscrivibili nella casistica del bullismo quando si verificano le condizioni della continuità delle prepotenze nel tempo, dell’asimmetria nella relazione dei soggetti coinvolti, di cui uno/alcuni in posizione dominante ed uno debole e incapace di difendersi, e dell’intenzionalità dell’atto.

Il bullismo diretto si estrinseca in soprusi fisici o verbali, contrassegnati da un “assalto” esplicito nei confronti della vittima; il bullismo indiretto si identifica con azioni che mirano a danneggiarla nei suoi rapporti con gli altri, per esempio attraverso la diffusione di calunnie o notizie false, la sua esclusione dal gruppo, il suo costante e ostentato isolamento. La nuova forma che si sta diffondendo rapidamente è quella del cyberbullismo: viene esercitato con l’ausilio delle tecnologie digitali (smartphone, pc) e consiste nell’invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat, su social network, o nella diffusione di foto e video offensivi finalizzati a molestare e intimorire l’altro per un lungo periodo.

Un dato preoccupante è che l’età dei minori coinvolti si è abbassata notevolmente, indice di una manifestazione sempre più precoce di tali condotte. Il fatto che i ragazzi siano sempre più allo sbaraglio nella rete, senza un adeguato controllo genitoriale, porta indubbiamente al moltiplicarsi di episodi di bullismo digitale e al dilagare, in rete, di nuove modalità di violenza, che vedono le ragazze, (per il 70%), come vittime predilette dai cyberbulli, i quali sono oltre il 60% di sesso maschile. Le chat di messaggistica istantanea e i famosi gruppi su whatsapp, se usati in modo distorto, diventano terreno fertile per i cyberbulli: tre adolescenti su dieci vengono intenzionalmente esclusi dai gruppi/classe, mentre, quando restano all’interno, vengono presi di mira, derisi ed esortati a tacere e a non intervenire perché non hanno nessun diritto di parlare. In altri casi, invece, si creano gruppi specifici, con il nome delle vittime, in cui scambiare foto, video, immagini ritoccate e modificate, frasi, battute, rigorosamente alle loro spalle.

I recenti provvedimenti normativi assegnano alla scuola un ruolo strategico nella prevenzione e nell’opposizione a tali fenomeni. Ma qualsiasi intervento risulterà vano se essa non opererà in sinergia con la famiglia: l’operazione di contrasto richiede, infatti, un impegno condiviso tra le due istituzioni educative in cui ciascuna si assuma le proprie responsabilità. Si impone la necessità di stabilire un autentico canale comunicativo che non abbia come oggetto solo le performance degli studenti, ma che tenga conto anche dei loro vissuti relazionali.

Consapevole della valenza sociale che questo argomento riveste tra gli operatori scolastici, le famiglie e gli stessi adolescenti, il Centro di Orientamento “Don Bosco”, Ente Accreditato dal Miur per la formazione del personale scolastico, ha organizzato un seminario ed un percorso formativo per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, i genitori e quanti operano nel sociale. Il seminario, aperto a tutta la cittadinanza, si svolgerà il prossimo 28 Settembre, presso l’Auditorium della Scuola Secondaria “P.Cafaro” di Andria, dalle 15,30, e vedrà la partecipazione, come esperto, del prof. Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, professore presso l’Università degli Studi di Milano, nonché autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi. Il prof. Pellai focalizzerà il ruolo degli adulti nella prevenzione e nel contrasto delle suddette manifestazioni di devianza, soffermandosi anche sulle sfide educative che le nuove tecnologie digitali impongono agli stessi adulti.

Al convegno seguirà un più articolato percorso formativo di 25 ore sullo stesso tema, dal titolo “BULLISMO E CYBERBULLISMO. CONOSCERLO, RICONOSCERLO E CONTRASTARLO”, mirato a fornire a docenti ed educatori elementi utili per definire e riconoscere i fenomeni di bullismo e cyberbullismo, approfondendone le caratteristiche, nonché le conseguenze psicologiche, sociali e giuridiche (Scuola Secondaria di 1° grado P.Cafaro, a partire dal 6 ottobre p.v.). Ampio spazio sarà riservato alle attività laboratoriali, durante le quali verranno proposte e individuate strategie funzionali alla prevenzione e al contrasto di entrambi i fenomeni. Formatori qualificati saranno la prof.ssa Rosy Paparella, già Garante dei Diritti dei Minori della Regione Puglia, oltre che councelor e docente, e l’avv. Vincenzo Mongelli, esperto in questioni giuridiche attinenti alle attività scolastiche. Per i docenti che si iscriveranno al suddetto percorso le ore del convegno varranno come formazione in presenza.

Di bullismo e di cyberbullismo si soffre, si portano profonde ferite psicologiche, e, in casi estremi, si muore; per questo è indispensabile che tutta la comunità educante agisca sinergicamente in modo competente e tempestivo.

Programma Cyberbullismo