«Qualche giorno fa il consiglio comunale di Andria ha avviato la procedura di pre-dissesto finanziario. Questo, come è stato spiegato più volte, vuol dire che l’amministrazione entro 90 giorni deve mettere a punto un piano economico credibile che permetta di ripagare i milioni di debiti accumulati negli anni. I lavori nelle diverse commissioni sono iniziati, ma dalle prime indiscrezioni viene fuori un quadro allarmante. I fondi per riappianare i debiti si starebbero infatti cercando fra quelli necessari ad assicurare i servizi alle fasce più deboli della città». Interviene così, in una nota, Antonello Fortunato in rappresentanza del Centro Zenith di Andria.

«Nello specifico – si legge – si vorrebbe tagliare l’assistenza domiciliare per gli anziani, assistenza specialistica scolastica per i bambini, il servizio mensa negli asili comunali, i servizi ai disabili. In sostanza, se ciò fosse confermato, avremmo che i primi a pagare questa situazione sarebbero anziani, bambini e disabili, proprio le categorie che, vista la loro fragilità, andrebbero protette al di sopra di ogni altra.

Lungi da noi voler fare sterile polemica politica in una situazione tanto grave, anche se riteniamo che i colpevoli abbiano nomi e cognomi precisi e dovrebbero essere i primi a fare pubblica ammenda e chiedere scusa ai cittadini (scuse non ancora pervenute). Ma adesso siamo in questa situazione e dobbiamo uscirne e sappiamo bene che un piano di rientro non è cosa semplice, né indolore per nessuno. Ma sappiamo anche che decidere da quale voce di bilancio togliere i soldi e in quale lasciarli è una precisa scelta politica, una scelta, che come tutte le scelte, poi qualifica chi la prende.

Quello che proponiamo è che il piano di rientro che si sta preparando venga concordato assieme a cooperative, associazioni e piccoli fornitori che vantano rapporti con l’amministrazione, tenendo come obiettivo quello di salvaguardare loro e le categorie deboli di cui si prendono cura. Dando la priorità a questi piuttosto che a società più grosse e strutturate che – pur vantando legittimamente i loro crediti – hanno più probabilità di sopravvivenza, si farà un favore all’intera comunità. Il famoso monito “prima le donne e i bambini”, vuol dire che queste sono le categorie da salvare per prima in caso di catastrofe, non quelle da sacrificare. Ricordiamocelo».