Un’ordine di non emungere e attingere acqua dal pozzo artesiano è stata firmata dal sindaco di Andria Nicola Giorgino e indirizzata alla Ferri Srl, la ditta i cui titolari avevano per primi denunciato che dal loro pozzo arrivasse acqua fetida e dal colore poco rassicurante.

I Ferri si erano accorti che qualcosa non andasse in quella fonte di acqua dal fatto che i loro due pastori tedeschi avessero smesso di berne. Avevano immediatamente smesso di approvvigionarsi da quel pozzo ordinando cisterne d’acqua per soddisfare le proprie necessità.

Ma non si erano fermati a questo: attraverso l’avvocato e storico ambientalista Michele Di Lorenzo, con le analisi di un laboratorio e con la consulenza di un geologo avevano intuito che il pericolo che avevano corso loro poteva correrlo l’intera comunità andriese ed anche oltre i confini cittadini: perchè dalla stessa falda acquifera attinge un pozzo di proprietà della Regione Puglia che consente di irrigare decine e decine di ettari di orti situati nella zona di via Barletta. E hanno immaginato che quella falda, proseguendo verso valle, potesse aver inquinato anche i pozzi che si trovano in direzione Barletta e in direzione Trani.

Per questo chiesero all’emittente Telesveva di dare spazio alla loro storia e con le analisi che sono state eseguite dalla Asl Bt, dall’Arpa Puglia e dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico oggi arriva l’ordinanza del sindaco di Andria Giorgino sul loro pozzo e che riporta esplicitamente quanto rilevato dalla Asl: quelle acque sono tossiche, hanno superato i valori di soglia previsti per legge, all’interno di vi è Cloruro di Vinile, tetracloroeilene e alte cariche batteriche e quindi non possono essere emunte.

Come la famiglia Ferri, precauzionalmente, aveva già fatto. A questo punto, tra le tante domande e i possibili sospetti su chi abbia inquinato, ne resta una urgente: la Regione, ha effettivamente smesso di emungere acqua da distribuire agli orti?