Bolzano è nel 2016 la città italiana con il tasso di occupazione più alto, pari al 78,2% e con una mancata partecipazione al lavoro del 4,8%. E’ quanto rileva l’ultimo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes) dell’ISTAT, secondo cui il tasso di occupazione è in media al 70,6% al Nord e al 47% nel Mezzogiorno, testimonianza dell’ampia distanza tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro raggiunge invece il 37% nel Mezzogiorno, un livello pressochè triplo di quello del Nord (12,5%).

In nessuna provincia del Mezzogiorno l’occupazione raggiunge il 60% mentre il tasso di mancata partecipazione al lavoro è sempre ben al di sopra del 20%. Si discostano da questo quadro le province abruzzesi, in particolare L’Aquila, Teramo e Chieti, vicine alla media nazionale. Tra le aree più critiche del Mezzogiorno emergono Napoli e Caserta in Campania, Foggia, Barletta-Andria-Trani, Brindisi e Lecce in Puglia, tutte le province calabresi e tutte le siciliane (tranne Ragusa), oltre che Medio Campidano e Ogliastra in Sardegna.

Gli indicatori del mercato del lavoro, spiega l’ISTAT, misurano un’ampia distanza tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, ma anche differenze all’interno delle stesse aree. Il 2016 ha segnato un ulteriore miglioramento sia riguardo al tasso di occupazione (61,6%) sia per la mancata partecipazione (21,6%). Nel dettaglio, i livelli di mancata partecipazione al lavoro e di occupazione nelle province del Nord-ovest tendono ad essere piuttosto omogenei, con valori elevati per quanto riguarda l’occupazione e bassi per la mancata partecipazione al lavoro. Il Centro si connota per una maggiore eterogeneità sia nei tassi di occupazione sia nella mancata partecipazione.