Tutela dei minori e responsabilità genitoriale, a fronte dei casi di separazione o divorzio dei coniugi attraverso l’istituzione di un Registro comunale sulla Bigenitorialità.

Riguarda il campo del diritto di famiglia il primo provvedimento che il neo costituito Gruppo consiliare di “Andria più”, intende depositare presso la Presidenza del consiglio comunale di Andria. A spiegare questa iniziativa è il consigliere comunale Davide Falcetta.

«Con i colleghi della lista civica “Andria più”, Antonio Sgaramella e Sabino Miccoli, provvederemo a depositare una mozione per l’istituzione di un Registro Comunale della Bigenitorialità, con il preciso obiettivo di rafforzare l’azione di tutela dei diritti dei minori. Tale registro, già adottato in alcuni Comuni mira a tutelare i diritti dei bambini e a promuovere la responsabilità genitoriale anche in caso di separazione o divorzio, rimuovendo ogni ostacolo che, sconfinando nella disuguaglianza, possa impedire ad uno dei due genitori di partecipare all’equilibrato sviluppo psicofisico della prole. Un segno tangibile di civiltà e di rispetto verso la famiglia. Infatti, tale strumento sarà utile sia per entrambi genitori – che potranno essere al corrente delle informazioni che interessano il proprio figlio – riguardo qualsiasi adempimento di competenza comunale come la domiciliazione, la scadenza della carta d’identità ecc., sia alle diverse istituzioni che si prendono cura del minore che potranno così conoscere i riferimenti di entrambi i genitori rendendoli partecipi della comunicazioni che lo riguardano, come ad esempio quelle concernenti le vaccinazioni obbligatorie e/ o facoltative. E’ una modalità con cui il Comune di Andria – prosegue Falcetta – testimonierà l’importanza del concetto della bigenitorialità, sancita dalle Convenzioni internazionali, europee e italiane. rafforzato dalla riforma del 2006 in attuazione del principio già da tempo affermatosi negli ordinamenti europei e nella stessa Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989, che è legge per il nostro Paese. Il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori è ora disciplinato dal nuovo art. 337-ter del Codice Civile, inserito dal D.Lgs 28 dicembre 2014, n°154, in armonia con l’art.9 comme 3 della citata Convenzione. Esso prevede inoltre – e pone sullo stesso piano – il diritto del minore di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale. Tradotto in termini elementari altro non è che un diritto soggettivo dei figli a poter crescere con l’apporto educativo paritario di entrambi i genitori, siano essi separati o divorziati, a patto che non sussistano situazioni che prevedano l’allontanamento dai figli. Il Registro che sarà istituto all’Anagrafe e a cui si potranno iscrivere i figli di tutti i genitori con residenze diverse, qualunque ne sia il motivo, diventerà uno strumento di semplificazione amministrativa rivolto al cittadino per contenere gli effetti traumatici sui figli derivanti da una separazione conflittuale tra i genitori. Certo, il genitore che iscriverà i propri figli, dovrà dimostrare di essere in possesso di tutti i requisiti di legge per poter accedere alle informazioni degli stessi e l’ufficio preposto effettuerà tutte le verifiche necessarie invitando e informando anche l’altro genitore. La residenza resterà una sola, ma le comunicazioni che riguardano i bambini dovranno fare riferimento ai due domicili indicati dai genitori; unico vincolo sarà l’assenza di limitazioni (per gravi e comprovati motivi) alla responsabilità genitoriale. Ciò determinerà un’inversione di rotta rispetto all’attualità, ove ogni informazione relativa ai minori viene inviata sempre e comunque al genitore che convive con i figli, che in teoria ha l’obbligo di condividerla con il genitore non convivente, ma che molto spesso nella pratica non adempie a tale prescrizione, causando un’asimmetria informativa, che genera ulteriori conflitti. L’adozione di tale registro nel nostro Comune – conclude il consigliere Falcetta – favorirà sicuramente l’effettiva realizzazione del diritto dei bambini ad essere tutelati, curati e istruiti da entrambi i genitori ed è nostro dovere mettere in campo tutti gli strumenti per far si che ciò si realizzi ma anche far sì che i genitori separati ottemperino al dovere di educare e prendersi cura della prole in egual misura. Certo, ciò non sarà la panacea di molte problematiche, a volte estremamente conflittuali, che sorgono nelle separazioni coniugali ma costituisce indubbiamente un segnale di attenzione amministrativa e di civiltà nei confronti delle persone e delle famiglie, ma soprattutto dei bambini, allo scopo di prevenire motivi di risentimento e ridurre la conflittualità, eliminando squilibri legati all’essere o meno genitore co-residente».