Una calda e piacevole domenica, 13 Maggio scorso, in cui si è festeggiata la figura della “Mamma” e che ha visto anche un’altra importante festa per un gruppo di ragazzi rifugiati, accolti nella loro nuova abitazione. Don Geremia Acri, Responsabile della Comunità “Migrantesliberi”, di Andria con gli operatori del Progetto SPRAR “Come.Te” e l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Andria, Avv. Francesca Magliano, hanno partecipato al momento di preghiera, benedizione e “inaugurazione” della nuova unità abitativa. Questa casa è un nuovo inizio per la loro vita.

Ismail, Diallo, Oloyede e Mane sono quattro ragazzi ospiti del progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati del Ministero dell’Interno) che garantisce interventi di “accoglienza integrata” ai richiedenti asilo e rifugiati attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Nella città di Andria il Progetto SPRAR “Come.Te” è in capo al settore Socio-Sanitario del Comune di Andria ed è gestito dalla Comunità “Migrantesliberi”. Questi ragazzi sono stati testimoni di interventi volti all’“accoglienza integrata” che superano l’ordinaria distribuzione di vitto e alloggio, e prevedono in modo complementare anche misure di orientamento e accompagnamento legale e sociale, nonché la costruzione di percorsi individuali di inclusione e di inserimento socio-economico.

«Obiettivo principale dello SPRAR – ha sottolineato l’Assessore Francesca Magliano –  è la presa in carico della singola persona accolta, in funzione dell’attivazione di un percorso individualizzato di (ri)conquista della propria autonomia, per un’effettiva partecipazione al territorio italiano, in termini di integrazione lavorativa e abitativa, di accesso ai servizi del territorio, di socializzazione».

«Il progetto SPRAR “Come.Te” ha avviato il terzo inserimento abitativo – commenta don Geremia Acri – che consiste nell’affitto di un appartamento, in cui vivranno 4 ragazzi titolari di protezione umanitaria e sussidiaria, sia di religione musulmana che cristiana. Questi beneficiari sono in possesso di un regolare contratto di lavoro e di un positivo processo di inserimento sociale e culturale.

L’alloggio rappresenta un anello importante per completare il sistema locale di accoglienza: offre un aiuto importante al percorso di inserimento di persone che già svolgono un’attività di lavoro per supportare il raggiungimento di una loro piena autonomia abitativa, consente un’uscita dal progetto di seconda accoglienza per coloro che raggiungono una condizione di autonomia economica.

La prassi appare innovativa nel nostro contesto territoriale, avvia una specifica progettazione sulla seconda accoglienza e questo intervento permette, di rispondere al bisogno di persone, consentendo una fuoriuscita dai percorsi assistenziali ed un supporto verso condizioni di definitiva autonomia».

La statua di una madre con in grembo un bambino, è il dono che don Geremia Acri ha dato ai ragazzi: «Tale raffigurazione – commenta il referente della comunità Migrantesliberi – vuole ricordare e augurare a loro l’abbraccio del nostro Paese che li ha accolti, aiutati e amati; l’abbraccio degli operatori che durante il percorso di accoglienza li ascoltano e supportano nei loro momenti difficili; il ricordo della loro terra lontana e amata, dove hanno lasciato i loro cari, le loro mamme, moglie, figli. Ma quella terra è anche il ricordo doloroso delle torture, soprusi subite solo per la rincorsa di una vita dignitosa».