Nuove ipotesi, nuovi documenti, nuove rivelazioni. Il puzzle di informazioni e di mezze verità o verità nascoste, che hanno accompagnato da quarant’anni a questa parte l’assassinio di Aldo Moro, raccolte in un libro di inchiesta scritto dal giornalista collaboratore di Ansa, Paolo Cucchiarelli e presentato nel fine settimana nella Libreria Persepolis ad Andria. In poche settimane “L’ultima notte di Aldo Moro” edito da Ponte alle Grazie, è balzato ai primi posti delle vendite e ripercorre in oltre 400 pagine, minuziosamente, la tragica fine dello statista pugliese. Una raccolta organica di tutto il materiale a disposizione anche alla luce di tre elementi nuovi rispetto al primo libro su questa inchiesta dello stesso Cucchiarelli e cioè “Morte di un Presidente” del 2016. La seconda Commissione d’Inchiesta parlamentare ha relazionato nel dicembre 2017 desecretando diversi documenti importanti ed ammettendo un carattere internazionale di quell’assassinio, ma lasciando secretati alcuni importanti elementi. Ma Paolo Cucchiarelli è andato oltre partendo dall’assunto che la Ragione di Stato, purtroppo, è il vero anello di congiunzione in quarant’anni di silenzi e verità nascoste o false. Aldo Moro, infatti, sarebbe stato ucciso in due diversi luoghi per esempio in un immobile del demanio in prima battuta ed in quella notte in cui era praticamente pronto ad esser liberato e riconsegnato allo Stato Italiano.

Ed allora le nuove rivelazioni sul Secret Team ed in particolare sul terrorista Carlos, vero esecutore dell’assalto in via Fani, la prima prigione di Aldo Moro in uno stabile di via Massimi 91 e struttura di proprietà dello IOR, la trattativa riletta anche con i maggiori dettagli ed i codici contenuti nelle lettere inviate da Aldo Moro, la ricostruzione dettagliata e corroborata da foto inedite e nuove perizie sull’uccisione e sul seguente ritrovamento. Un cono d’ombra della storia italiana non nuovo, in realtà, e difficilmente inestricabile soprattutto per quella Ragion di stato che lo stesso Cucchiarelli descrive come assoluta protagonista di una vicenda che avrebbe potuto anche terminare in modo differente e cioè con la liberazione dello statista pugliese, ma che ha visto in campo forze ben più grandi delle Brigate Rosse e dello Stato Italiano da marzo a maggio di quel 1978.

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