Operazione Keleos

Hanno agito con tecnica e armi paramilitari, riuscendo a ‘ripulire’ in una manciata di minuti il caveau dell’istituto di vigilanza ‘Sicurtransport’ in località Germaneto, a Catanzaro. Il colpo, messo a segno nel dicembre del 2016, fruttò al gruppo 8 milioni di euro.

Questa mattina gli agenti delle squadre mobili di Catanzaro e Foggia hanno arrestato i 15 componenti della banda all’esito di una indagine condotta dal Servizio centrale operativo e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. Tra gli arrestati c’è anche un andriese, si tratta del 40enne Carmine Fratepietro che è finito in manette assieme ad altri quattro componenti pugliesi provenienti da Cerignola e Bitonto.

I malviventi sfondarono con un potente mezzo cingolato i muri corazzati del caveau e bloccarono le strade di accesso incendiando oltre 10 auto poste a sbarramento. La rapina fu pianificata nei minimi dettagli, e messa a segno in modo chirurgico in appena 12 minuti. Questo grazie alla complicità un dipendente dell’Istituto che fornì alla banda tutte le informazioni necessarie per agire a colpo sicuro. Del posto le ‘menti’, pugliesi le ‘braccia’ del colpo: dalle prime informazioni raccolte, infatti, i criminali del posto,incaricati di raccogliere informazioni logistiche sul colpo, avrebbero assoldato i ‘professionisti’ pugliesi che avrebbero quindi messo concretamente a segno la rapina.