Lo scorso 8 marzo fu nuovamente rinvio ma stamane, 19 aprile, ci si aspetta qualcosa di più concreto dal ritorno in aula presso il Tribunale di Trani. Non molla e non mollerà mamma Luciana per continuare a chiedere giustizia per lei e per suo figlio Alessandro per una sentenza di 1° grado attesa da circa 20 anni dopo un possibile errore medico nella valutazione di una polmonite durante la gravidanza nel 1998, e che dovrebbe aver procurato i danni celebrali con i quali convive proprio l’orami quasi 20enne.

Una causa civile che lo scorso 8 marzo ha avuto un nuovo rinvio, l’ennesimo, anche perchè l’Avv. Di Bari, che da ormai 20 anni segue Luciana ed Alessandro, ha dovuto chiedere la sostituzione del giudice. La sentenza, ovviamente, non arriverà neanche questa mattina ma presumibilmente nel giro di qualche mese. Da studiare c’è un incartamento complesso di 20 anni con tanti passaggi oscuri, diverse perizie tecniche e circa una ventina di persone tra personale sanitario e medici dell’Ospedale “Bonomo” a partire dal ginecologo della donna all’epoca dei fatti, per arrivare a tutti coloro i quali trattarono il problema sino al ricovero in rianimazione avvenuto a fine gennaio 1998 al 6° mese di gravidanza. La polmonite diagnosticata tardivamente avrebbe tenuto il feto, in grembo, troppo tempo senza ossigeno provocando poi i danni ad Alessandro.

Una vita non vita, come l’ha definita lui stesso costretto su di una sedia a rotelle, un prigioniero nel proprio corpo che chiede giustizia, una sentenza di 1° grado che, inspiegabilmente, tarda da 20 anni tra rinvii, cambi, perizie e grandi delusioni.