Regione Puglia, Ministero dei Beni Culturali per il tramite della Soprintendenza, Autorità di Bacino della Puglia, Provincia di Barletta Andria Trani ed, infine, Comune di Andria, hanno dato tutti parere favorevole all’inizio dei lavori per il raddoppio della tratta Corato-Andria della linea ferroviaria Bari-Barletta. L’ultimo atto di questa lunga e complessa sequela di burocrazia ed autorizzazioni, è arrivato ieri 16 aprile 2018 quando proprio il Comune di Andria ha potuto emettere il permesso di costruire a firma del dirigente del servizio Sportello Unico Edilizia l’Ing. Felice Piscitelli e del Funzionario Tecnico responsabile del procedimento l’Ing. Giuseppe Lopetuso.

Si partirà, dunque, proprio dalla città di Andria che ha completato tutte le procedure burocratiche, per poi passare al piccolo tratto nella città di Trani e per finire alla città di Corato nella quale ci sono state alcune problematiche tra Comune e Ferrotramvicaria per il rilascio del permesso a costruire. Una procedura partita diversi anni fa e gestita dalla stessa Ferrotramviaria, passata attraverso il via libera al progetto definitivo da parte della Regione Puglia a luglio del 2013, sino all’ok del Consiglio Comunale andriese nel marzo 2015, per arrivare al via libera autorizzativo della Provincia BAT dello scorso 4 aprile. Ultimo atto, arrivato dopo pochi giorni, è stato proprio quello degli uffici tecnici del comune di Andria, atto a conclusione della lunga procedura. Nel mentre anche il via libera della Soprintendenza arrivato il 2 febbraio scorso a conclusione dell’attività archeologica preventiva.

Le opere consisteranno proprio nel raddoppio della tratta ferroviaria da Andria Sud a Corato, la realizzazione di un sovrappasso sulla strada denominata “vicinale Sant’Angelo” per la soppressione del passaggio a livello al km 53+186, la realizzazione di strade complanari per la soppressione di tre passaggi a livello rurali oltre all’adeguamento delle opere d’arte esistenti. Come specificato nel permesso a costruire i lavori dovranno esser ultimati entro i tre anni dall’inizio dei lavori.