Sono 43 tra italiani, albanesi e romeni ad esser stati arrestati nella notte tra Albania ed Italia, nel corso dell’ultimo atto operativo dell’Operazione Shefi, che ha disarticolato due grandi e complessi gruppi criminali che operavano nel campo della droga e del traffico internazionale di stupefacenti. L’operazione condotta dal Centro Operativo D.I.A. di Bari, con l’ausilio in fase esecutiva dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, dei Centri e Sezioni Operativi D.I.A. di Roma, Napoli, Reggio Calabria, Catania, Lecce, Catanzaro, Salerno e Bologna, nonché di Interpol, dell’Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, ha eseguito le misure cautelari nei confronti di 20 italiani, 21 albanesi e 2 romeni. Gli arresti in Italia sono stati eseguiti nelle province di Bari, Bat, Brindisi, Potenza, Bologna, Salerno, Ragusa e Teramo.

I provvedimenti restrittivi sono il risultato di complesse e articolate indagini effettuate dal Centro Operativo D.I.A. di BARI, tra maggio 2016 e gennaio 2017, che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di soggetti, sia italiani che di etnia albanese, appartenenti a due potenti e distinte organizzazioni criminali. Le indagini hanno accertato che entrambe le organizzazioni criminali avevano una comunanza di interessi in Italia con organizzazioni delinquenziali pugliesi deputate a compiti logistici ed in Albania con organizzazioni criminali di quello Stato deputate alla produzione, al confezionamento, allo smistamento ed al trasferimento dello stupefacente sull’asse Albania-Puglia-Territorio Nazionale. Complessivamente sono stati sequestrati oltre 2300 kg di droga tra marijuana, cocaina ed eroina sottraendo alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 15 mln. Gli investigatori della Dia hanno localizzato nel quartiere Carrassi di Bari, dove hanno scoperto un deposito per lo stoccaggio dello stupefacente, un cittadino albanese, considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali, in grado di avvalersi di pluripregiudicati italiani, alcuni dei quali condannati per associazione di tipo mafioso, impiegati quali custodi e corrieri “all’ingrosso” della droga proveniente dall’Albania.

Gli Investigatori della D.I.A., relativamente agli ingentissimi quantitativi di sostanza stupefacente, hanno monitorato l’approvvigionamento sempre avvenuto in Albania, il trasporto internazionale sempre avvenuto “via mare” utilizzando natanti appositamente equipaggiati sull’asse “Albania-Puglia”, lo sbarco sempre avvenuto in stretta sinergia con le organizzazioni criminali pugliesi, i depositi ubicati in Bari e Provincia, il trasporto sull’asse “Puglia-territorio nazionale” effettuato “via terra” da corrieri italiani con “veicoli staffetta”, i destinatari identificati in soggetti domiciliati, oltre che in Puglia, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo.