frantoio muraglia«Il rischio è quello di replicare un fenomeno già vissuto in questi anni e di arrivare ad una sorta di ‘Russia 2’». La preoccupazione parte dalla base e dalle piccole e medie aziende che tutti i giorni lavorano nell’export. A preoccupare, per esempio, Savino Muraglia Managing Director dell’azienda Frantoio Muraglia di Andria, sono i dazi che cominciano a fare capolino con la politica di chiusura degli Stati Uniti voluta da Trump.

«La nostra azienda agroalimentare, con l’imposizione delle sanzioni economiche russe, che pur non toccavano direttamente i nostri prodotti – ha ricordato Muraglia – ha visto azzerare la nostra presenza, vanificando anni di investimenti su quel territorio. La preoccupazione rispetto all’introduzione dei dazi negli Stati Uniti si rinnova e con essa anche il rischio». Una ditta che da Andria parte alla volta degli USA sino alle tavole di New York e Miami ed esporta l’eccellenza dell’olio pugliese in 45 Paesi del Mondo. «In un’economia di libero mercato – dove quest’ultimo sancisce il successo o la sopravvivenza di un prodotto – imporre politiche protezionistiche – aggiunge l’imprenditore pugliese – non può che generare ingenti danni economici collaterali. Non è con la politica dei dazi che si mantiene viva la proattività di un settore. Quello americano – sottolinea ancora Muraglia – è il principale mercato per le eccellenze del Made in Italy del settore food. Le piccole e medie imprese, che non hanno la forza e la capacità di trovare mercati alternativi che assorbano la quota persa negli USA, saranno certamente quelle più svantaggiate dalle politiche economiche dettate da Trump».