«A lasciare interdetti in questa vicenda riguardante gli uffici della Direzione generale Asl/Bat non è tanto il sopralluogo fatto dal direttore Delle Donne, il quale ha diritto a fare i sopralluoghi che ritiene necessari anche perché, come lui stesso ribadisce, questi non implicano il trasferimento di alcun ufficio. Piuttosto stranisce il problema riguardante la “sicurezza” dei dipendenti di quegli uffici e i termini in cui è stato posto». Così il consigliere regionale Sabino Zinni, capogruppo di “Emiliano Sindaco di Puglia”, interviene sulla questione sorta negli ultimi giorni circa un presunto spostamento degli uffici Asl di via Fornaci ad Andria.

«Si dovrebbe sempre tener presente infatti che assicurare il quieto vivere in una certa zona della città spetta alle forze dell’ordine. Il massimo che un libero cittadino, anche se dipendente Asl, possa fare – nel rispetto delle sue competenze – è segnalare alcune situazioni e chiedere una maggiore presenza della polizia. A questo proposito il Direttore Asl ha fatto bene a sollevare la questione. Tuttavia non esistono quartieri di serie A, deputati ad ospitare uffici pubblici, e quartieri di serie B, esclusi poiché periferici. I cittadini di Monticelli infatti, ove ci fosse un’emergenza simile, avrebbero diritto alla sicurezza come i dipendenti Asl e non credo che il problema si risolverebbe mandando via questi ultimi. Se la logica fosse questa dovremmo spostare anche le scuole per “garantire sicurezza” agli insegnanti, le chiese e gli oratori per tutelare suore e sacerdoti. Io penso invece che di fronte a un’emergenza sicurezza – se questa dovesse essere dichiarata tale dalle forze dell’ordine – sia a maggior ragione necessario mantenere presidi pubblici sul territorio, senza aggiungere per gli abitanti di quella zona, al danno, la beffa di essere lasciati soli. Anzi, sarebbe forse il caso di provare a rendere finalmente disponibile il centro di via Fornaci sito a pochissimi metri dagli uffici Asl. Un centro voluto dall’amministrazione Zaccaro, che aveva affrontato di petto il tema delle periferie andriesi, terminato da anni, polifunzionale, all’avanguardia, e completamente in stato d’abbandono. Un centro che se aperto farebbe di quel punto il cuore pulsante di quel quartiere, contribuendo a restituire a tutti, non solo ai dipendenti Asl, la sensazione di sicurezza che oggi, a quanto pare, manca».