E ingiustizia fu! La NUOVA ANDRIA Calcio prende atto delle decisioni del Giudice Sportivo: sconfitta a tavolino 3-0 per la società andriese e il Santum Nicandrum, di fatto entrambe con 0 punti dopo i fatti domenica 28 gennaio; l’ammenda di 500 euro alla sola società ospite (nonostante una invasione di campo dalla tribuna di uomo che ha aggredito un nostro atleta); le inibizioni a carico dell’allenatore Cosimo Sinisi e del preparatore atletico, in qualità di massaggiatore, Giuseppe Sansonne fino al 30 giugno 2018 (inibito anche Iaccarino Michele, allenatore della squadra garganica vista la squalifica di Gravinese) nonostante fossero intervenuti per placare gli animi dei calciatori e per aver chiesto spiegazioni al direttore di gara completamente incapace di prendere una decisione rapida e chiara; della squalifica del capitano Carmine Cioffi per 10 giornate per reiterati sputi nei confronti di Tomiri (in realtà gli spunti sono stati lanciati dallo stesso Tomiri all’indirizzo del Cioffi); della squalifica di due giornate per Riccardo Zinni per aver calciato un pallone con violenza contro due soggetti sulle tribune (erano presenti più di due soggetti); della squalifica di tre giornate per Gianluca Grillo, reo di aver dato un calcio nello stomaco ad un avversario.

La NUOVA ANDRIA Calcio annuncia ricorso ed è sorpresa per la mancanza di numerosi dettagli nel comunicato del Giudice Sportivo. Non c’è alcuna traccia, infatti, dell’invasione di campo di un soggetto fotografato dal nostro staff proveniente dalla tribuna alle spalle dell panchine, il quale molto probabilmente faceva parte dello staff della società di casa in quanto è entrato sul terreno di gioco, aprendo una delle porte di emergenza della tribuna centrale con delle chiavi. Lo stesso “personaggio” colpito alle spalle il nostro atleta Amorese Domenico, prima di essere allontanato dagli stessi dirigenti dauni. Non si riesce a comprendere se l’arbitro, e il Commissario di Campo presente, si siano sincerati del fatto che nello stadio fossero presenti 30 tesserati del Santum Nicandrum, tra atleti e staff in campo e altri tesserati sugli spalti. Secondo il Comunicato Ufficiale n° 52 del 25 gennaio 2018, infatti, la gara a porte chiuse del “Miramare” poteva contenere al massimo 30 tesserati per società. Inoltre sugli spalti era presente anche Elia Gravinese, allenatore del Santum Nicandrum, squalificato, che è entrato in campo nel momento di tensione. Ci si chiede come abbia fatto l’arbitro a notare “sputi” di Carmine Cioffi, quando in realtà il vero autore di tale gesto è stato il calciatore avversario Tomiri. Infine, dopo una partita senza riscaldamento, ci si chiede come il Commissario di Campo non abbia vigilato nel complesso su tutto questo. Come abbia fatto a non notare il reale andamento dei fatti, compresa l’invasione.

«Ci sono poche parole – ha detto il presidente della NUOVA ANDRIA Calcio Vincenzo Carbutti -. Dal punto di vista calcistico abbiamo perso giustamente al cospetto di un Sanctum Nicandrum che aveva più voglia di vincere rispetto a noi. E’ tutto il resto che noi contestiamo, e che non ha nulla a che fare con il calcio. Ci troviamo di fronte al bollettino ufficiale FIGC che sembra un bollettino. Da questo emerge che noi siamo andati a Manfredonia a creare l’impossibile. Io non ci sto. C’è gente che ha visto troppo poco rispetto a ciò che è accaduto. Pensare che domenica c’era un Commissario di Campo che avrebbe dovuto vigilare sull’accaduto, e anche l’Osservatore degli Arbitri. Tante cose sono state viste in maniera distorta. Quindi noi presenteremo un reclamo al Giudice Sportivo poiché ci sono cose corrette ma anche tante altre che non rientrano nella logica umana. Noi non siamo dei pazzi, scatenati o mafiosi. Ribadiamo la questione della gara a porte chiuse: ad un certo punto ci siamo ritrovati in campo gente che non doveva essere lì, qualcuno che era squalificato, e addirittura c’è stata una invasione di campo di qualcuno che aveva le chiavi e ha aggredito un nostro atleta. Noi interverremo su questo. I fatti vanno messi in chiaro, serve la verità».

«Siamo indignati – ha dichiarato il Team Manager Domenico Bucci -. E’ un referto che non rispecchia la realtà dei fatti. Da tempo notiamo organi ufficiali sui campi da gioco, una cosa certo positiva, ma quello che è accaduto domenica è l’apice di una stagione che sta prendendo una brutta piega sugli aspetti arbitrali. Noi non abbiamo nulla contro il direttore di gara, poiché viene da solo al campo, senza aiuti di alcun tipo e non può certo notare tutto quello che avviene intorno a lui a 360°. Noi ci lamentiamo per la presenza di organi e commissari ufficiali che non si sono accorti di quello che è successo, ovvero l’apertura dei cancelli nel momento di tensione con l’ingresso in campo di persone che non dovevano essere lì in quel momento. Bisognava vigilare».

«Questa è ingiustizia piena – ha commentato l’allenatore Cosimo Sinisi – nonostante ci fossero cariche federali che avrebbero dovuto assicurare l’imparzialità di giudizio, queste si sono addirittura accanite nei confronti del capitano che da essere stato sputato è passato per colui che ha sputato, e il mister che ha passato tutto il tempo del “parapiglia” a redarguire il “dirigente” della squadra avversaria per essere entrato in campo a colpire un nostro calciatore e, aver di fatto scatenato il caos che ne è conseguito, compresa l’invasione di campo da parte di estranei provenienti dalla tribuna dietro le panchine, dove tra l’altro non avrebbe dovuto esserci nessuno, visto che la gara era a porte chiuse! ( già a porte chiuse, quindi bisognava far andare via la gente dagli spalti prima che la gara iniziasse, ma ciò non era possibile perché il “commissario di campo” aveva premura che la gara dovesse finire al più presto perché nel pomeriggio c’era una partita di serie D e bisognava lasciare il campo quanto prima). Ora non è una questione di ricorso o cose del genere, è che in questo modo la mia credibilità e quella del capitano sono state seriamente intaccate, ora tutti si sentono in diritto di fare la morale senza realmente sapere che le cose sono andate diversamente! Non so quante volte sia successo che il giudice sportivo in così breve tempo abbia comminato tante squalifiche, riguardanti non solo fattori che riguardano il calcio giocato, ma soprattutto quello che è successo dopo, fuori dall’ambito tecnico, in così breve tempo, e di fatto infangando la dignità delle persone che “qualcuno” ha deciso di coinvolgere».