«Sembra che il centro-destra andriese abbia abdicato al suo ruolo di guida politica della Città, se mai lo è stato. Andria dorme un lungo sonno amministrativo, come dimostrato chiaramente dalle mancate, anzi inesistenti, convocazioni di Consigli Comunali e dalla scarsa produzione di atti che dovrebbero diventare oggetto di commissioni consiliari». Così inizia la dura nota contro l’amministrazione della consigliera comunale del PD Giovanna Bruno.

In parole povere i consiglieri comunali non hanno materiale su cui confrontarsi, documentarsi, esprimersi, deliberare. La domanda sorge spontanea: ma esiste chi detta un indirizzo politici agli uffici? E gli uffici adempiono? E sulla città ci sono riflessi di questa attività politica? Sembrerebbe davvero di no, se è vero come è vero quanto sopra detto! Possibile che una comunità di 100.000 e più abitanti come la nostra non abbia problemi da risolvere o temi su cui confrontarsi o criticità da attenuare o risposte da dare? Certo che no! Però, di fatto, una guida politica latita e ormai da tanto, troppo tempo. Nel frattempo i servizi scarseggiano sempre di più, i controllori del MEF continuano a fare verifiche, le strade sono sporche e drasticamente rotte, i fornitori attendono, i dirigenti hanno ricevuto avviso di contrazione economica della loro retribuzione, le opere pubbliche incomplete tali continuano a restare, la qualità della vita è agli ultimi posti su scala nazionale, il degrado morale abbonda eccetera eccetera eccetera. Unici argomenti a tenere banco sono: chi si candida al parlamento? chi al senato? Che fine farà la “sfiducia” annunciata alla presidente del consiglio dalla sua stessa maggioranza? Giorgino farà un rimpasto di giunta? E temi similari. Ci rendiamo conto dell’importanza di questi problemi, a quanto pare “vitali” per le sorti della nostra Città, a giudicare dalle energie pensanti che gli esponenti del centro destra andriese vi dedicano in incontri, riunioni, contro-riunioni, summit. Attenzione, però, perché nel frattempo Andria si squalifica sempre di più. L’invito all’amministrazione? Governare, governare, governare!»