Nonostante appelli e maggiore sensibilizzazione rispetto al tema dei botti di fine d’anno, nel primo giorno del 2018 c’è una nuova conta dei danni da dover effettuare. Danni materiali alle città che si leccano le ferite per i tanti botti sparati in luoghi improbabili come cestini della spazzatura o cassette della posta e così via. Ma anche danni permanenti o meno per gli uomini.

Nella BAT si registrano in totale cinque feriti più o meno gravi per le conseguenze dello scoppio di botti tra il 31 dicembre ed il 1 gennaio: il più grave si è registrato a Canosa e si tratta di un 13enne ricoverato d’urgenza stanotte al Policlinico di Bari con ferite alla mano ed a un occhio che rischia di perdere dopo lo scoppio di un grosso petardo.

Gli altri feriti in provincia, invece, sono più lievi e si sono registrati due a Minervino Murge, uno ad Andria ed uno a Barletta. In particolare dal comune murgiano prima un ragazzo di 16 anni e poi un trentenne sono stati trasferiti in codice rosso al Pronto Soccorso del “Bonomo”. Per loro problemi alle mani, agli occhi e ad un piede. Sempre alla mano, invece, le ferite riportate dagli altri due feriti. Tutti, in realtà, hanno una prognosi che va dai 10 ai 30 giorni tranne il 13enne canosino che resta ricoverato a Bari.

Per il resto nelle città, questa mattina, stuoli di residui dei botti di fine d’anno. Se risultano dar colore attorno a mezzanotte i fuochi d’artificio, davvero inspiegabile ed inutile lo scoppio di petardi sempre più potenti. Naufragate, come più o meno ogni anno, le ordinanze antibotti dei vari comuni vista sia la libera vendita effettuata praticamente durante tutto il giorno del 31 dicembre con diversi banchetti stradali un po’ dovunque, e sia per la difficile se non impossibile applicazione da parte delle forze di polizia locale.