Lo scorso 2 maggio, il Consiglio regionale ha approvato la legge riguardante il contributo a sostegno dell’acquisto di parrucche in favore di pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, presentata dai Consiglieri di Forza Italia Francesca Franzoso e Nino Marmo.

La legge, insieme con il riconoscimento dello stato patologico della perdita dei capelli (alopecia) ai pazienti oncologici in trattamento chemioterapico, prevede un contributo economico di € 300 finalizzato all’acquisto di una parrucca.

«Con amarezza – sottolinea Nino Marmo – abbiamo dovuto constatare come a distanza di oltre sette mesi la Giunta regionale non abbia avviato alcun tipo di informazione indirizzata ai pazienti, vanificando di fatto gli esiti della legge. In virtù dell’atteggiamento di assoluta inerzia del governo regionale, il Gruppo di Forza Italia si è fatta carico di organizzare la campagna di sensibilizzazione e di divulgazione impiegando proprie risorse. Facciamo affidamento sull’affissione dei manifesti e delle locandine “Un fiore trai i capelli” – continua Nino Marmo – per provare a rompere un colpevole muro di silenzio e a recuperare il tempo perduto. Intanto abbiamo chiesto la collaborazione dei Direttori delle ASL pugliesi per ottenere la disponibilità ad ospitare in tutte le strutture sanitarie i manifesti e le locandine che, peraltro, non recano impresso alcun simbolo o riferimento a partiti o gruppi politici».

Piena adesione all’iniziativa è espressa dall’Assessore comunale Paola Albo: «Fornire sostegno in qualsiasi forma a pazienti così fortemente provati dalla malattia è sempre un segno di vicinanza e di solidarietà. Nel caso specifico dei pazienti oncologici sottoposti a lunghe sedute di chemioterapia, poi, non sono da sottovalutare anche i risvolti invalidanti di carattere psicologico provocati dalla perdita dei capelli, con particolare riferimento alle donne».

Sulla stessa lunghezza d’onda la Consigliera Micaela d’Avanzo (F.I.): «Le persone che vivono coraggiosamente l’esperienza drammatica delle sedute chemioterapiche – evidenzia D’Avanzo – sono angosciate anche dal problema di accettare sul proprio corpo i cambiamenti che quel tipo di trattamento comporta e che possono diventare motivo di disagio sociale. Questa legge affronta tali problemi e cerca di accompagnare i pazienti su percorsi di maggiore serenità».