Le indagini preliminari della Procura di Trani, sullo scontro tra due treni della tratta BariNord del 12 luglio del 2016, sono arrivate al termine. Notificati stamane, infatti, gli avvisi per 19 persone tutte a vario titolo accusate di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose. Nelle accuse della Procura, firmate dal procuratore Antonino Di Maio e dai sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano, si parla di imperizia dei capistazione Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, del capotreno Nicola Lorizzo e del dirigente del movimento Francesco Pistolato. Diversi errori che provocarono lo scontro frontale con le conseguenti 23 vittime ed i 50 feriti.

Come ampiamente anticipato tra gli indagati figurano i vertici di Ferrotramviaria tra cui Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi, accusati anche loro di non aver operato per prevenire l’incidente. In più la Procura rincara la dose parlando di scelta di Ferrotramviaria di nascondere al ministero ed al Digifema una serie di 20 incidenti sfiorati tra il 2012 ed il 2016 oltre che di non aver dotato l’intera tratta a binario unico di adeguata copertura mobile telefonica. A Ferrotramviaria, poi, anche l’accusa di non aver speso oltre 600mila euro per i lavori di installazione del blocco conta assi che avrebbe potuto evitare la tragedia. Tra gli indagati anche il direttore generale del ministero delle infrastrutture Virginio Di Giambattista, assieme all’altra dirigente Elena Molinaro anche per loro l’accusa è quella di non aver adottato provvedimenti per eliminare il blocco telefonico.

Nelle maglie della ricostruzione degli inquirenti, tuttavia, vi è anche un particolare importante: quella mattina del 12 luglio fu istituita una corsa aggiuntiva, che partì poco prima da Corato in modo da confondere poi il capostazione Piccarreta che diede il via libera al treno in partenza da Andria.